Per il teologo protestante Dietrich Bonhoeffer è fondamentale decolpevolizzare Dio riguardo alle calamità che affliggono il mondo, questo non per giustificarlo, ma per restituirgli autenticità. Nel corso della storia di fronte a malattie e catastrofi varie, troppo spesso, si è infatti utilizzata acriticamente la categoria biblica secondo la quale Dio punisce il peccato dell’uomo con epidemie e disastri di ogni genere.
di Simone Paganini
Se nel medioevo la spiegazione poteva sembrare plausibile, successivamente, con lo sviluppo delle scienze e della medicina, si è giunti alla conclusione che Dio non è di certo la causa del male.
La pastorale e la liturgia moderne hanno pensato di risolvere il problema semplicemente eliminando la lettura di quei brani biblici che descrivono le punizioni divine per il peccato dell’uomo.
C’è però il rischio reale che si perda di credibilità. Il libro dell’Esodo, quello del Levitico e quello dei Numeri sono infatti molto chiari sulle conseguenze legate alla mancata osservanza della legge da parte del popolo: “Io [Dio] lo colpirò con la peste e lo distruggerò» (Num 14 e anche Lev 26 e Dtn 28).
La Bibbia poi non si limita solo a formulare minacce, ma racconta anche che a causa del peccato di Davide ben 70.000 persone morirono per un’epidemia (2Sam 24), mentre a causa della perdizione del popolo la peste e la fame uccisero un terzo degli uomini (Ez 5). La lista potrebbe continuare anche citando testi del Nuovo Testamento.
La soluzione non può certo consistere nel provare a invalidare questi passaggi. Inoltre non possiamo neppure dimenticare che nel corso della storia, fin troppo spesso, un Dio che punisce il peccato è stato (ed è) molto utile per controllare le masse.
Questo è anche il motivo per cui alcuni passaggi biblici, che acquistano valore proprio come reazione all’idea di un Dio punitore, sono meno conosciuti e quasi mai citati. Il libro di Osea (11,9) ne è forse l’esempio più paradigmatico: “Poiché sono Dio e non un uomo. Io sono il Santo in mezzo a te e non verrò da te nella mia ira“.
Il cambio di prospettiva è radicale. Il problema della comprensione delle calamità bibliche è – come tante altre questioni – connesso all’immagine che si ha del Dio biblico, immagine che deve essere percepita in maniera più libera e differenziata!
Leggiamo la Bibbia con Simone Paganini:
Siamo lieti di ospitare la rubrica sulla Bibbia a cura del teologo Simone Paganini, ordinario della cattedra di Teologia biblica all’università tecnica di Aquisgrana (RWTH-Aachen). La rubrica apparirà ogni mese e fino alla fine di quest’anno sarà dedicata alle sciagure, epidemie e catastrofi nella Bibbia, temi che hanno correlazioni con la pandemia che stiamo vivendo da oltre un anno e mezzo. Il prossimo anno invece sarà dedicato alle donne nella Bibbia. Sul Corriere d’Italia di aprile e su www.delegazione-mci.de era apparsa l’intervista “Non racconto cose nuove ma forse in maniera innovativa”, in cui Paganini ci raccontava la sua passione per la divulgazione della Bibbia. La sua profonda e solida conoscenza dei testi sacri unita all’accattivante capacità narrativa ne fanno non solo un docente ma anche un autore di libri (in Germania e in Italia) e un relatore assai apprezzato. (Udep).
Vai all’intervista al teologo Simone Paganini: „Non racconto cose nuove ma forse in maniera innovativa“