L’audacia della pace – Incontro internazionale a Berlino di Sant’Egidio

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Si è svolto a Berlino il 37° incontro internazionale interreligioso Preghiera per la pace (10-12 settembre) organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio. Quest’anno il titolo è stato l‘Audacia della pace. Religioni e culture si sono incontrate e hanno dialogato. Nei tre giorni di lavori si tengono, dislocati in più punti della città, una ventina di forum di dialogo e discussione a cui partecipano rappresentanti delle grandi religioni mondiali, umanisti, personalità della cultura e della società civile. Nella giornata di apertura (domenica 10) erano presenti Andrea Riccardi (storico e fondatore della comunita di Sant’Egidio), il presidente federale Franz-Walter Steinmeyer, il grande imam Ahmad Al-Tayyeb (che nel 2019 firmò con papa Francesco il documento sulla fratellanza umana di Abu Dhabi. È considerato da molti la maggiore autorità teologica dell’Islam sunnita), il presidente della Guinea Bissau, Umaro El Mokhtar Sissoco Embaló, a testimonianza del destino comune fra continente africano ed europeo, ha detto in aperura la pastora Angelika Wagner; poi Zohra Sarabi dal martoriato Afghanistan, il vescovo Georg Bätzing, presidente della conferenza episcopale tedesca (DBK) e altre personalità ancora.

I discorsi, in formato scritto, i video degli interventi e i forum in svolgimento sono accessibili al sito di Sant’Egidio preghieraperlapace.santegidio.org.

Questi incontri internazionali per la pace si inseriscono nel solco dell’incontro fra le religioni per la pace di Assisi del 1986, voluto da papa Giovanni Paolo II.

Perché è stata scelta Berlino? Perché „in questa città la storia non tace perché parla di grandi dolori“ ha detto Andrea Riccardi nel discorso di apertura, è „la città che ha vissuto il totalitarismo, i conflitti mondiali, la shoah, la guerra fredda“, ma che ha abbattuto il muro, che ha fatto la rivoluzione pacifica nel 1989, ribaltando il paradigma della rivoluzione di due secoli prima, quella del 1789, mostrando che si può fare rivoluzione a mani nude, ha detto ancora Riccardi.

È la città che ha abbattuto il muro. „Nessun muro è per sempre“, è il titolo di uno dei forum di lunedì. Da qui, da Berlino, parte quindi l’audacia della pace in un tempo, questo nostro, segnato da tante guerre, una anche in Europa, e segnato dai muri che si innalzano verso i profughi, i migranti, fra le popolazioni vicine.

E dell‘inganno dei muri ha parlato lunedì mattina il cardinale Matteo Zuppi, presidente delle conferenza episcopale italiana: „L’inganno del muro è credere nell’identità fra muro e sicurezza“. L’altro inganno del muro è „credere che senza un muro ci sia il caos, se non c’è muro c’è vulnerabilità“. Il contrario del muro non è il caos, ha proseguito Zuppi: „Se crediamo che siamo un’unica famiglia, ce lo ricordano i fatti, la pandemia, siamo sulla stessa barca (…) occorre multilateralismo, la capacità di mettere insieme i diversi lati per risolvere i problemi dell’unica stanza che è il mondo“. Perché la mia identità non la proteggo con i muri, con il sovranismo, ma „la scopro perché mi confronto e vivo insieme agli altri“.

„Il muro impedisce il dialogo, lo rende difficile, anzi il muro diventa un’ossessione“. Poi c’è rapporto fra muro e violenza, ha detto Zuppi, e quindi la guerra.  Come abbattere i muri? Con i profeti di pace, con i costruttori di pace perché „i muri si vincono coi diritti, con la politica, con il pensare insieme perché ci sono solerti costruttori di muri che diffondono paure“. L’appello di Zuppi quindi è a non smettere di leggere, a conoscere, ad avere l’unico interesse che è quello della pace: „Il cielo non ha muri, troviamo il gusto di abbattere tanti muri sulla terra“.