Belluno – A Pedavena (BL) il 21 agosto scorso, presso la Casa P. Kolbe dove abitava in questi ultimi anni, è deceduto, all’età di 93 anni, don Giuseppe Minella. Il “Gazzettino” nella cronaca di Feltre ne descrive, a firma di Eleonora Scarton, la lunga attività sacerdotale definendolo “sacerdote amico dei ragazzi e studenti”. Effettivamente don Minella, sacerdote nella diocesi di Belluno-Feltre dal 1954, di formazione intellettuale con la laurea in lettere nel 1974, si è particolarmente dedicato ai giovani con diversi incarichi: vice-direttore nel Collegio vescovile di Feltre (1954-1955), vicario cooperatore nella parrocchia del Duomo di Feltre ( 1955-1957), poi nuovamente vice-direttore del Collegio vescovile (1957-1958), risiedendo in Seminario (1958-1959), direttore della Casa dello Studente (1971-1974) e cappellano della Colonia “Stella maris” di Feltre (1972- 1977), assistente diocesano di Azione Cattolica ( 1955-1960 ) e presso la Comunità “Opus Mariae reginae” di Santa Giustina, parroco a Mugnai ( 1959-1965) e poi Porcen (1974-2006), insegnante di lettere presso l’Istituto Geometri di Feltre. Nella fitta serie dei suoi impegni diocesani quello di “ missionario per gli emigrati italiani a Colonia (1965-1968 ). Ed effettivamente per don Minella l’attività in Germania è stata una parentesi ristretta nella sua vita. Ma, come poi mi disse, “tonificante e significativa, indimenticabile”. Non più con giovani e studenti ma per infaticati operai o giovani intraprendenti con una famiglia da sostenere o da formare. Don Minella aveva chiesto al suo Vescovo, Mons. Muccin, di fare una esperienza missionaria ed il Vescovo gli aveva proposto gli operai italiani in Germania.. Qui l’allora direttore dei missionari italiani d’intesa con il coordinatore diocesano dei sacerdoti stranieri della grande arcidiocesi di Colonia, Mons Schlafke, gli affida l’apertura di una nuova sede a Remscheid, con una popolazione di ca. 4.500 anime, scorporandola dalla troppo vasta Missione di Solingen.
Bisognava innanzi tutto impegnarsi ad imparare la lingua tedesca e poi a conoscere il territorio della Missione, trovare collaboratori, creare nuclei di presenza nelle diverse località della sua zona ed avere una sede. Davvero un brusco cambiamento nella esperienza precedente. Già la sistemazione, detta provvisoria, ma rimasta definitiva, presso una anziana signora protestante, la Frau Lehmann, lo aveva un po’ impensierito. Ma poi ne è maturato un buon rapporto ed è stata una grande opportunità per apprendere la lingua tedesca. Con la sua cultura e le doti di canto e suono, con la sua attenzione alle persone e tenace impegno ben presto don Giuseppe organizza luoghi e tempi di incontro e raduno della popolazione italiana della zona. Così è nata la nuova Missione italiana di Remscheid. Per la Chiesa Cattolica sono anche gli anni del provvidenziale Concilio Ecumenico Vaticano II (1963-68). E don Minella sente l’esigenza di un periodo di aggiornamento culturale. D’intesa con i superiori il 10 ottobre 1968 lascia definitivamente la Missione di Remscheid. Una esperienza “breve ed intensa, talvolta faticosa , ma anche gratificante”, come ha scritto, e “avanti verso la nuova esperienza di studio in Roma”. Qui ottiene la licenza in Teologia Universale presso l’Università Lateranense nel 1969 e nel 1970 la laurea in Teologia. Avrebbe voluto ritornare in Germania ma il Vescovo lo nomina direttore della Casa dello Studente di Feltre. Riprende allora gli studi con la laurea in Filosofia(1974). Il Vescovo lo nomina parroco di Santa Giustina e ed insegnante di Storia al Liceo del Seminario di Belluno (1975). Il Signore, pastore eterno delle nostre anime ha certamente accolto questo suo zelante sacerdote. Al vescovo di Belluno-Feltre e alla famiglia la vicinanza della Fondazione Migrantes. (Silvano Ridolfi)