Tu sei con me

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Foto di ©Gerd Altmann auf Pixabay

„Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt 28,20b).

Questa promessa di Gesù risorto è per noi motivo di grande consolazione. Gesù è risorto, è vivo, cammina con noi, condivide le nostre vicende umane e, a seconda della disponibilità all’ascolto, ce le spiega alla luce delle Scritture e dei piani di Dio su tutti e su ciascuno.

Una delle autodefinizioni di Gesù è particolarmente significativa, ancor di più in questo tempo di corona virus: “Io sono il buon pastore” (Gv 10, 1a). Che sicurezza per noi sapere che Egli ci guida, ci pasce, ci conosce ad uno ad uno, ci chiama per nome, ci cerca, soprattutto se smarriti, dà la vita per noi: “Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore” (Gv 10,1b-15).

Scegliamo Gesù come unico pastore della nostra vita e lasciamoci guidare da Lui, soprattutto nell’affrontare tutte le conseguenze e le difficoltà che il corona virus ha apportato nella nostra vita di ogni giorno: dal dover “stare a casa” al problema economico, dal non poter incontrare familiari e amici all’incertezza del posto di lavoro, dal dover lavorare da casa al seguire i figli alle prese con le video-lezioni, dal desiderio non realizzabile dei bambini di incontrare i nonni al dolore di non poter far visita alla mamma in una casa di riposo, ecc. E non si può certo non considerare la sofferenza per le comunità delle diverse religioni che non possono ritrovarsi per celebrare i propri riti religiosi. Per noi cristiani è duro non partecipare alla S. Messa, ed è stato particolarmente doloroso non poter partecipare alle celebrazioni della Settimana Santa.

Tante persone però mi hanno comunicato l’esperienza intensa e profonda vissuta nel seguire le celebrazioni in diretta. Sono infatti convinta che questa rinuncia ha fatto maturare la nostra fede e questo tempo pasquale ci aiuterà ad annunciare la gioia della resurrezione nel dolore vissuto con amore, che tutto vince. Omnia vincit amor!

Non subiamo le suddette situazioni, ma accogliamole con serenità, nella fiducia, nella speranza e nella preghiera, l’unica arma che possediamo, che è la più potente per implorare la fine della pandemia, le decisioni sagge dei governanti, la luce per gli scienziati che lavorano per il vaccino, la forza per gli operatori sanitari, la consolazione per chi soffre… e tanta, tanta salute per Papa Francesco che sta guidando la Chiesa e l’umanità intera con mirabile sapienza e vicinanza, invitando tutti i popoli alla solidarietà e all’unità.

Una certezza ci sostenga: il Signore è il nostro pastore! Rinnoviamo questa fiducia in Lui con le bellissime parole del Salmo 22:

“Il Signore è il mio pastore:

non manco di nulla.

Su pascoli erbosi mi fa riposare,

ad acque tranquille mi conduce.

Rinfranca l’anima mia,

mi guida per il giusto cammino a motivo del suo nome.

Anche se vado per una valle oscura,

non temo alcun male,

perché tu sei con me.

Il tuo bastone e il tuo vincastro

mi danno sicurezza” (Sal 22,1-4).

Così curati dal Padre, curiamo anche noi il nostro prossimo, guardiamo alle sue necessità, lasciamo che la nostra fantasia si sbizzarrisca nelle più svariate opere di carità…

Lo Spirito Santo allora, nella Pentecoste ormai vicina, rinnoverà la faccia della terra!