La spiritualità dell’isolamento

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Foto di ©Hassan nawaz auf Pixabay

La pandemia del coronavirus ci ha costretto agli arresti domiciliari. Privati dell’Eucarestia e della comunità, ci siamo improvvisati eremiti alla ricerca di Dio e di noi stessi. Mai vissuto prima, un periodo così lungo di silenzio e solitudine. Attorno a noi si è creato un clima che ha favorito l’affiorare alla mente e al cuore, dei ricordi lontani del nostro vissuto. Periodo propizio, per potare dalla nostra fede i rami secchi e i fronzoli inutili, ritenuti erroneamente importanti.

Questa interruzione della vita quotidiana delle nostre comunità parrocchiali può diventare una pausa benefica e rigeneratrice che ci aiuta a capire meglio i valori cristiani da predicare. La routine delle abitudini ha lasciato purtroppo spazio al famoso chiacchiericcio spesse volte ricordato da papa Francesco quale autore di invidie, gelosie e spirito concorrenziale anche nelle nelle opere buone, che va assolutamente evitato.

Diverse persone si sono allontanate dalla comunità per questo motivo. Ogni credente si è creato la propria spiritualità confacente alle proprie esigenze. Privati dell’Eucarestia, siamo stati fortunatamente compensati dalla Parola. Mai come ora abbiamo avuto l’opportunità di seguire la spiegazione della Parola da parte di tanti sacerdoti e vescovi, profondi conoscitori della Parola.

È importante sentire voci nuove che rischiarano certi aspetti, rilegati ai margini o trascurati dalla predicazione comune. TV 2000 è stata un’ottima compagna durante l’isolamento. Ci ha permesso di seguire la messa di papa Francesco alle 7 del mattino, col commento delle lettere, breve, con parole semplici che arrivano direttamente alla mente e al cuore, come sa fare lui.

Intorno alla messa del papa si è formata una grande famiglia internazionale. Dialogando telefonicamente con amici e parenti, ho saputo di persone che puntavano la sveglia alle 6:50 per seguire la messa del papa e poi magari tornavano a letto. Appuntamento importante, la messa trasmessa dalla cappella di S. Giuseppe Moscati, medico del Policlinico Gemelli di Roma, dove erano ricoverati anche i pazienti del coronavirus.

Le messe celebrate dai cappellani del policlinico, che vivevano in prima persona paure, angosce e sofferenze morali e fisiche causate dalla pandemia; le letture proclamate dai medici e le preghiere dei fedeli dettate dall’esigenza del momento, per pazienti, famiglie, medici e personale ospedaliero, preso dalla corsa contro il tempo per salvare più vite possibili, coinvolgevano tutti i santi della porta accanto nella preghiera e nel dramma che sta vivendo l’umanità. Per noi che viviamo all’estero è stata l’occasione per riscoprire la grande ricchezza spirituale e la forte presenza del volontariato in Italia. TV 2000 ci ha permesso di conoscere tanti santuari disseminati nella nostra penisola. Ovunque s’innalzavano preghiere e suppliche per fermare l’epidemia. La recita settimanale del rosario per l’Italia ha unito spiritualmente persone sparse in tutto il mondo. Da una parte, le chiese vuote, dall’altra le pietre vive unite spiritualmente, come mai prima della pandemia mondiale.

È giunto il momento di esprimere un grazie sentito ai mezzi di comunicazione che hanno fortemente contribuito a rendere più sopportabile l’isolamento, informando e tenendo compagnia ai bambini, famiglie e anziani soli, chiusi nelle loro case. Scolari e studenti hanno potuto seguire programmi di supporto alle lezioni scolastiche, necessari alla loro formazione e alla preparazione degli esami. Molti, in forme diverse, si sono messi in gioco dando il meglio di sé per aiutare l’umanità a superare questa terribile realtà.

Dopo una batosta di questa dimensione, la ripresa sarà faticosa, lenta e richiederà a tutti di unire di unire le forze per far rinascere l’Italia solidale, più attenta a promuovere una produzione rispettosa dell’ambiente e della salute dei cittadini.