“Le comunità ti hanno cercato”

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Don Marcello tiene il decreto che lo fa parroco di Fulda e Hanau, alla sua destra don Gregorio Milone e un membro della comunità; a sin. don Gianpaolo e una giovane ministrante ©Anna Maria Bologna

Le comunità di Hanau e Fulda festeggiano l’arrivo di don Marcello. Sono stati 17 mesi di fiduciosa attesa e di intenso lavoro.

  • Rita Paletta*

Domenica 4 febbraio 2024 la comunità italiana di Hanau ha accolto con grande gioia l’arrivo di don Marcello Panarella, responsabile dal 1° febbraio della comunità cattolica italiana di Hanau e Fulda.

È un momento di festa perché dopo diciassette lunghi mesi possiamo finalmente gioire della presenza di don Marcello.

Il suo arrivo ha portato fresca vitalità e una ritrovata spiritualità tra i fedeli italiani di Hanau e dintorni, pronti a iniziare insieme un nuovo cammino e a collaborare fiduciosi al suo fianco.

La Messa di benvenuto è stata celebrata nella chiesa Mariae Namen con la partecipazione di Pfarrer Hans-Paul Dehm (don Gianpaolo) che per mesi ci ha seguito spiritualmente, dandoci coraggio e forza, partecipando ai nostri bisogni e adattandosi con molta facilità alla nostra cultura. Presente era anche il delegato per le Missioni e le Comunità cattoliche italiane in Germania e in Scandinavia, don Gregorio Milone, che ha concelebrato e dato lettura del decreto di nomina di don Marcello a parroco.

Dopo la celebrazione eucaristica la comunità si è ritrovata nella sala parrocchiale dove i fedeli avevano preparato un piccolo ricevimento di accoglienza, e mangiando e bevendo insieme la comunità ha avuto l’opportunità di condividere brevi momenti di conoscenza con don Marcello. Al benvenuto per don Marcello hanno partecipato alcuni fedeli della comunità di Darmstadt e Limburg che lo avevano conosciuto in passato.

Noi della comunità di Hanau ringraziamo tutti coloro che hanno lavorato in silenzio e con coraggio per l’arrivo del nostro nuovo parroco. Il presidente del consiglio pastorale Rocco Turco ha ringraziato a nome del C.P.P. e di tutta la comunità don Gianpaolo, per averci accolti cosí come siamo e per averci guidato con affetto, pazienza e perseveranza durante il periodo di attesa del nuovo parroco.

Non nascondiamo però la nostalgia di dover salutare Pfr. Dehm con il quale abbiamo percorso un breve ma importante cammino per tutti noi, lo salutiamo augurandogli di non perdere mai ciò per cui lo abbiamo apprezzato: la semplicità, l’umiltà e la discrezione.

Un ringraziamento particolare va a don Gregorio Milone per la sua costanza, data la carenza all’estero di preti, soprattutto di madrelingua.

Ci sentiamo privilegiati e onorati per la presenza di don Marcello, in un momento importante per la nostra comunità e ringraziamo il Signore. L’amore di Dio si manifesta a noi oggi attraverso il dono di un nuovo pastore. L’arrivo di un prete è sempre motivo di riconoscenza verso Dio e l’inizio di un nuovo percorso.

A te don Marcello chiediamo di aiutarci a vivere in comunione tra di noi, sostienici nella fede, aiutaci a essere una comunità unita e solidale. Don Marcello, noi tutti ti saremo vicini e percorreremo insieme, con speranza, questo nuovo viaggio, sicuri dell’amore che Dio ha per tutti noi.

*Rita Paletta, comunità di Hanau, con un membro del C.P.P ha scritto il testo di ringraziamento e augurio


  • Paola Colombo

Nella diocesi di Hanau ci sono quattro comunità cattoliche italiane, due, Hanau e Fulda, sono affidate per decreto del vescovo Michael Gerber a don Marcello Panarella, le altre due, Kassel e Stadtallendorf, sono guidate dal francescano minore, padre Giuseppe Tomiri.

La comunità di Fulda con don Marcello e don Gianpaolo

Pfr Hans-Paul Dehm, che ama essere chiamato don Gianpaolo, è responsabile per le comunità di altra madrelingua nella diocesi, parla fluentemente italiano ed è stato presente nelle comunità in questi lunghi mesi di attesa. Lui e il delegato, don Gregorio, si sono adoperati con ripetuti incontri e colloqui in diocesi per far arrivare di don Marcello. Così don Gianpaolo: “Abbiamo aspettato a lungo, 17 mesi, quasi il doppio che per la nascita di un bambino. Quando una cosa comincia con difficoltà poi diventa gloriosa”. E a don Marcello: “questa gente ti ha cercato”. Parole di ringraziamento a don Gianpaolo Dehm sono venute da don Gregorio: “Potevamo contare sulla tua presenza e sulla tua sensibilità, eravamo tranquilli”. È un tedesco italianizzato, ha aggiunto, raccogliendo l’assenso della comunità. “Il mio compito è incoraggiare i nostri missionari, quando ci sono dubbi, insicurezze e sconforto”, ha aggiunto don Gregorio, ben sapendo che arrivare in una realtà altra, con una lingua non facile come il tedesco, richiede forza e coraggio.

Ma lasciamo la parola a don Marcello Panarella, 50 anni, ultimo di otto figli, viene da Aversa. Durante la pandemia è stato missionario in Olanda.

Hai iniziato la sua formazione al centro Pime, viene da lì il senso missionario?

Circa trent’anni fa quando ho cominciato il percorso formativo, ho iniziato proprio nel seminario dei missionari, il Pime. Un po’ di vocazione missionaria e di non aver paura ad uscire viene anche da lì. Ho chiesto di fare un’esperienza fuori dalla mia diocesi per arricchire la mia esperienza umana, culturale e spirituale di sacerdote.

Ecco come sei arrivato nella diocesi di Fulda?
È un progetto che sta prendendo forma. Quando ho incontrato per la prima volta Pierpaolo Felicolo (direttore generale della Migrantes)mi ha dato subito piena fiducia, poi mi ha presentato don Gregorio, era il 29 maggio, il giorno dopo Pentecoste, il giorno della beata Vergine Maria, Madre della Chiesa. Padre Felicolo mi chiede “che ne dici se ti mandiamo in Germania?” – E gli rispondo: “Le do la mia piena disponibilità. Dove mi mandate, lì significa che il buon Dio mi vuole”. Poi don Gregorio e pfr. Dehm hanno pensato ad Hanau e Fulda ed è giunto questo giorno dove questo progetto prende forma. È il progetto di Dio che si è concretizzato attraverso il loro lavoro. E hanno lavorato veramente molto, soprattutto per la questione della lingua perché non parlo il tedesco. La diocesi di Fulda mi ha dato due anni per imparare la lingua. Se ci riesco dopo mi potranno confermare per altri cinque anni. Sono molto contento e ringrazio il buon Dio perché il nostro cammino ha inizio. Da oggi cominciamo a costruire insieme, come comunità.

Durante l’omelia ad Hanau hai detto che due anni possono sembrare pochi e hai esortato a viverli senza farsi prendere dal senso di rassegnazione del “tanto poi se ne va”.
Li dobbiamo vivere gli anni. Non dobbiamo pensare che dopo due anni, chissà se resta o se ne va. Dobbiamo fare in modo che questi due anni siano eterni, sempre qui. Dobbiamo costruirci nel cammino, non costruire, ma costruirci, perché siamo parte di questo lavoro.

Un momento importante per conoscere le comunità cattoliche italiane è stato il Convegno nazionale della Delegazione a Palermo lo scorso ottobre. Perché, che cosa è successo?
Tutto ha preso concretezza da là. Susanna Caroli, la segretaria della comunità di Darmstadt, mi fece la proposta di andare per tre mesi a Darmstadt. Don Gregorio era d’accordo. Era un punto per iniziare a conoscere un po’ l’ambiente tedesco delle comunità cattoliche italiane. Anche padre Felicolo era molto d’accordo sulla proposta dei tre mesi. L’esperienza a Darmstadt è stata feconda, buona, ricca e significativa. La comunità è dispiaciuta e hanno detto che ho portato un po’ di vita nella comunità, che sono stato la freschezza di questa primavera nuova. Speriamo che anche per loro ci sia una continuità.

Tre mesi, due anni suscitano un senso di instabilità nelle comunità ma le diocesi tedesche richiedono un livello di conoscenza del tedesco che varia da diocesi a diocesi. Quella di Mainz è particolarmente esigente con la conoscenza della lingua.

Un’ultima domanda, don Marcello. So che sei molto legato alla tua diocesi di Aversa. Ce la fai conoscere in poche battute?
La diocesi di Aversa è sede episcopale molto antica, di origine normanna, veniamo subito dopo Napoli e Salerno. È una diocesi ricca di preti e di figure episcopali. Anche numerosi nunzi apostolici vengono dalla diocesi di Aversa, Siamo più di duecento sacerdoti, diversi sono in giro per il mondo con incarichi ed esperienze di missionarietà. Sto bene nella mia diocesi, voglio bene al mio vescovo e a i miei confratelli e ho chiesto di fare un’esperienza fuori dalla mia diocesi per arricchire il mio bagaglio umano, culturale e spirituale e penso che in queste realtà si possa fare.