Donne bibliche: Abi, la vergine che partorirà un figlio

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Il profeta Isaia
Il profeta Isaia, affresco di Raffaello Sanzio nella Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio, Roma ©CommonsWikimedia

Poche altre narrazioni hanno influenzato la tradizione religiosa cristiana quanto quella della nascita di Gesù da una ragazza vergine.
Nel vangelo di Luca è Maria stessa che si dichiara tale. E grazie al vangelo di Matteo si apprende anche che questo parto verginale
è addirittura il compimento di un’antica profezia. Nel capitolo settimo del libro del profeta Isaia, risalente a diversi secoli prima dei
vangeli, si legge infatti: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio”.

La presunta profezia di Isaia sulla vergine che partorisce un bambino è tuttavia piuttosto complicata. Nel testo ebraico è addirittura
diversa rispetto a quella del vangelo di Matteo. Secondo il libro di Isaia è “la giovane donna” e non “la vergine” a rimanere incinta e
a dare alla luce un figlio. L’ebraico utilizza infatti l’espressione “giovane donna” che identifica una ragazza in età da marito.
Questa ragazza può naturalmente essere vergine ma non deve esserlo per forza. Per identificare la verginità biologica, l’ebraico
avrebbe potuto utilizzare un altro termine, specifico ed inequivocabile. Inoltre, il fatto che il libro di Isaia utilizzi il termine “giovane
donna” con l’articolo determinativo, – vale a dire non si tratta di “una” ma “della giovane donna” – indica che questa donna doveva
essere conosciuta dai lettori originari del libro di Isaia.

Isaia non si riferisce quindi a una vergine che secoli dopo avrebbe dato alla luce il figlio di Dio, ma a una giovane donna ben identificabile al tempo del profeta. Oggi, i principali studiosi di Isaia sono dell’idea che il testo alluda al figlio del re Acaz, che regnò nel regno di Giuda dal 735 al 715 a.C. Il bambino in questione potrebbe essere il re Ezechia che realizzò una riforma del culto contro l’idolatria ed è quindi considerato un re molto positivo. La giovane donna sarebbe allora Abi, la moglie del re Acaz. Di lei non si sa nulla, ma il suo ricordo
– e soprattutto la storia dell’interpretazione del testo – ha fatto nascere dalla figura storica di Abi, la giovane e certamente non vergine moglie di Acaz, la vaga idea di una vergine partoriente, che venne utilizzata dai vangeli perché riusciva ad esprimere il mistero
dell’origine divina di Gesù.