Una comunita in festa e in aiuto ai profughi ucraini in Polonia

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Padre Tobia Bassanelli e padre Waldemar durante la benedizione, © Angela Saieva

Sabato 19 marzo la Missione di Karlsruhe ha festeggiato l’intitolazione a san Giuseppe. La celebrazione eucaristica nella chiesa Unsere Liebe Frau, che ha visto la presenza generosa di credenti devoti al Santo è stata presieduta, per espresso desiderio del missionario don Waldemar, dal Delegato delle MCI in Germania e Scandinavia, padre Tobia Bassanelli, assieme ai confratelli padre Soja della Missione polacca, padre Kanic della Missione croata e padre Arcangelo Biondo della MCI a Pforzheim.

di Angela Saieva

Don Waldemar

“Mi stava a cuore avere oggi Padre Tobia a presiedere la Messa e non solo perché a breve scade il suo mandato di Delegato delle MCI in Germania e Scandinavia, ma perché è un uomo squisito. Ho trovato in lui un padre” dice don Waldemar mentre ci presenta alla comunità perché incaricati di filmare la gior[1]nata. Tutti ci accolgono calorosamente. Vediamo gli addobbi floreali realizzati dalle mani esperte di Anna Maria Canfailla e il pane di San Giuseppe fatto con cura da Francesca Bonfante. “Sono entrato in piena pandemia nel febbraio 2020” racconta don Waldemar “e non incontrare la mia comunità, chiusa in casa a causa del covid, il dover sospendere le messe non è stato per niente bello e facile per me. Sono stato accolto molto bene dalla comunità e mi sento a casa. Ci stiamo conoscendo a vicenda, ciascuno con il suo passato e la sua storia, la sua cultura e educazione. Sono polacco di origine ma mi sento italiano poiché, ho vissuto in Italia e ho la cittadinanza. Ho imparato a conoscere la gente del Nord Italia, altrettanto farò ora con la gente del Sud e delle isole, poiché qui ho trovato molti siciliani e qualche calabrese e pugliese. Conoscerò il loro temperamento e viceversa”.

Don Waldemar con Angela Saieva

Aiuti all’Ucraina

In tema “Ucraina e Russia” la comunità è molto sensibile e generosa. “Ho già sperimentato, da un anno, una raccolta di aiuti materiali ed economici a favore dei nostri connazionali meno fortunati e disagiati. Non c’interessa la guerra e la politica, noi andiamo incontro ai profughi, a chi soffre e ai loro bisogni, senza distinzione di colore, nazionalità o partito. Con don Soja della Missione polacca, abbiamo individuato la Caritas della Diocesi di Breslavia (Polonia) e dato i dati al parroco di Rastatt, con cui collaboro. La settimana scorsa, ho visitato il suo centro di raccolta a Rastatt, dato una mano e ho visto montagne di roba pronta da spedire. Mi ha commosso vedere tutta questa gente di qualsiasi età, giovani e anziani e non solo cattolici ma anche musulmani e non solo, portare quello che potevano. Non è bastato far partire un solo camion ma due. Sembra che sono grande e grosso ma mi vengono ancora adesso le lacrime agli occhi. Parte del denaro raccolto, anche oggi, è destinata a una casa salesiana a Cervinsk che per emergenza ospita circa cinquanta rifugiati tra ragazzi, donne e bambini, tra cui uno di cinque mesi. C’è una scuola, un oratorio per far sì che possano dimenticare il trauma della paura e della fuga, un’assistenza medica e tanto altro che motiva l’impegno logistico ed economico di raccolta perché, questa guerra, ha l’aria di continuità”.

Padre Tobia

“Ringrazio immensamente per questo invito padre Waldemar. Non è la prima volta che vengo in questa Missione e l’incontro sempre ben volentieri. È ricca di famiglie che vengono dalla Sicilia, dove forte è la tradizione, vocazione a questo Santo e del pane distribuito. Vale a dire della vicinanza alle famiglie più povere e per socializzare”, ci dice Padre Tobia Bassanelli. “Hanno scelto un ottimo patrono perché è uno che non solo ascoltava Dio ma metteva in pratica i suoi insegnamenti, come dice il Vangelo. Ha conosciuto l’emigrazione, lo scappare da casa, l’andare lontano e quindi egli può davvero capire i nostri problemi e noi possiamo affidarci a lui con sicurezza. Noi facciamo parte della chiesa cattolica in Germania e le nostre comunità sono momenti di vita ecclesiale. Cerchiamo di fare in modo che gli italiani si trovino bene e possano pregare secondo le loro tradizioni. La nostra è una chiesa universale. Pur se la pandemia blocca ancora un po’ e tutte le Missioni soffrono parecchio, auguro alla collettività che quest’anno giubilare del sessantesimo, sia un’occasione per riattivarsi, essere viva, praticante e basate sul Vangelo, perché solo così le comunità hanno un futuro, come già detto il Santo Padre papa Francesco nell’udienza per i partecipanti del Convegno Migrantes di Roma lo scorso novembre”.

Da sinistra padre Soja della Missione polacca, don Waldemarm padre Tobia Bassanelli, padre Arcangelo Biondo della MCI a Pforzheim e padre Kanic della Missione croata.

Francesca Bonfante e Anna Maria Canfailla

“A causa della pandemia è nata in Missione l’atto di carità, che consiste nell’aiutare famiglie in difficoltà attraverso la raccolta che facciamo di cibo e offerte. Nel nostro piccolo ci impegnammo con tutto il cuore per il prossimo e tante sono le idee” ci dice Francesca Bonfante eletta lo scorso anno presidente del consiglio pastorale della Missione. “Mi ha fatto molto piacere incontravi finalmente, dopo il lungo lockdown” si rivolge a noi commossa Anna Maria Canfailla, da trentacinque nel consiglio pastorale della Missione. Lei serve con dedizione la chiesa e i presuli, da vent’anni don Antonio Federico, poi don Mimmo e adesso da circa due anni don Waldemar. È addetta alla sicurezza e responsabile in preparazioni primarie, dai riti religiosi pastorali e catechesi, alle festività. Si chiude una giornata entusiasmante dove ci ha travolto piacevolmente l’incondizionata e conviviale accoglienza della comunità. Il servizio televisivo redatto in collaborazione con la SDA FotoVideo Production è visibile sui siti fficiali
di televideoitalia.net e sul canale youtube del Corriere d‘ italia