Accordo Albania-Italia: un segno di incapacità di un Paese a gestire il diritto d’asilo

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Gian Carlo Perego - Arcivescovo di Ferrara - Comacchio e presidente Migrantes e CEMI @CEI

– Mons. Gian Carlo Perego

Oggi (15 febbraio 2024) il Senato ha approvato l’accordo Albania-Italia per il trattenimento di migranti che la Guardia costiera salverà in mare.
Seicentosettantantatre milioni di euro in dieci anni in fumo per l’incapacità di costruire un sistema di accoglienza diffusa del nostro Paese, al 16° posto in Europa nell’accoglienza dei richiedenti asilo rispetto al numero degli abitanti.

Seicentosettantatre milioni di euro che potevano rigenerare non solo la vita di molte persone (3.000), ma la vita anche delle nostre comunità. Seicentosettantatre milioni di euro che avrebbero significato posti di lavoro e un indotto economico.

Seicentosettantatre milioni di euro veramente ‘buttati in mare’ per l’incapacità di governare un fenomeno – quello delle migrazioni forzate – che si finge di bloccare, ma che cresce di anno in anno, anche per politiche economiche che non favoriscono – se non con le briciole – lo sviluppo dei Paesi al di là del Mediterraneo.

Seicentosettantatre milioni spesi anche perché guardiamo maggiormente a vendere armi – le spese per gli armamenti sono aumentate del 3,7% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 2240 miliardi di dollari, il livello più alto mai registrato (SIPRI) – e a finanziare conflitti – sono 56 gli Stati che nel 2022 si trovavano in situazioni di conflitto armato, 5 in più dell’anno precedente (SIPRI)-, piuttosto che a costruire pace. Uno spreco di risorse pubbliche.

Un nuovo atto di non governo delle migrazioni, di non tutela degli ultimi della terra. Una nuova sconfitta della democrazia.

Gian Carlo Perego, Arcivescovo, Presidente Cemi e Migrantes della CEI