Sinodo 2021-2024. Mons. Costelloe “C’è più di un modo di essere Chiesa”

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Sinodo 2021-2024- Concluse le sette tappe continentali del sinodo e pervenute le sintesi dei loro lavori, si prepara il testo guida, l’instrumentum laboris per l’assemblea dei vescovi (4-29 ottobre)

UDEP

Conclusesi le sette tappe continentali del sinodo sulla sinodalità, si entra ora nella fase che prepara la prima assemblea generale che si svolgerà dal 4 al 29 ottobre prossimi in Vaticano. A questa ne seguirà una seconda a ottobre 2024. Dei 370 partecipanti, 70 saranno non vescovi, 41 donne, tutti costoro con diritto di voto, una novità assoluta. Riportiamo sotto un articolo da vaticannews.va che riassume la conferenza stampa sul cammino sinodale dello scorso 20 aprile. Entro l’inizio di giugno verrà reso pubblico il testo guida (Instrumentum laboris) per i 370 che si riuniranno a ottobre, nel quale verrà elaborato quanto emerso nelle tappe continentali. Per conoscere gli esiti delle assemblee continentali e tutti i documenti che riguardano il sinodo universale si rimanda al sito ufficiale synod.va. Segue poi una sintesi dell’articolo Weltsynode: Das steht in den Antworten der Kontinente an den Vatikan, apparso su katholisch.de.


di Antonella Palermo – Vatican News

La diversità non impedisce l’unità. È il nucleo di quanto condiviso oggi 20 aprile nella conferenza stampa a conclusione della seconda tappa, quella continentale, del processo sinodale 2021-2024. In vista dell’Assemblea generale dell’autunno prossimo, l’Instrumentum laboris si prevede sarà pronto per fine maggio di quest’anno.

Becquart: per una Chiesa dialogica

L’idea di circolarità a tutti i livelli e la visione di una Chiesa dialogica sono stati i criteri che hanno guidato, e continueranno a guidare, l’ascolto delle Chiese particolari. Suor Natalie Becquart, sottosegretaria della Segreteria generale del Sinodo, ha fatto un rapido excursus delle tappe continentali ricordandone le peculiarità. In Libano, per esempio, l’esperienza sinodale si è incrociata con i racconti del trauma post terremoto in Siria e Turchia ed è diventata l’occasione per trarre i benefici di una prossimità che hanno infuso nuove energie e speranza. Il ritrovo ad Addis Abeba per i partecipanti alla tappa africana ha coinciso con la prima opportunità, per diversi di loro, di viaggiare fuori dal proprio Paese. Per chiunque le tappe continentali sono state momenti di scambio di doni: dalla sensibilità, tipicamente asiatica, per la cura interiore e per l’armonia con il creato al dialogo interreligioso vissuto soprattutto in Medio Oriente. Rimasta particolarmente impressa nella sua memoria, ha raccontato, è stata l’esperienza riportata da un laico di Abu Dhabi che vive in una parrocchia in cui sono rappresentate 99 nazionalità e 7 riti.

Costelloe (Oceania): stiamo sperimentando una profonda unità

“Stiamo in realtà sperimentando una profonda unità che non solo non si fonda sull’uniformità, ma che anzi ci invita ad abbandonare qualsiasi ricerca di una rigida uniformità”, ha detto monsignor Timothy John Costelloe, arcivescovo di Perth e presidente della Conferenza episcopale australiana. Ha ricordato quanta varietà di culture abita l’Oceania e ha espresso l’auspicio che “non è mai bene che le persone operino ‘in una bolla’: dobbiamo entrare in questo viaggio sinodale con occhi, orecchie e cuori aperti”. Perché è comunque sempre dietro l’angolo il rischio di poter perdere l’opportunità che i due discepoli sulla strada di Emmaus invece non persero. Il presule spera che ora i documenti prodotti finora circolino ampiamente a tutti i livelli per dare corso ad un effettivo approfondimento.

Il Sinodo digitale, sorprendente novità

A illustrare i risultati dell’ascolto del popolo di Dio presente nelle reti è stato monsignor Lucio Adrián Ruiz, segretario del Dicastero per la Comunicazione (…) È stata raggiunta una popolazione ampia, soprattutto di età compresa fra i 18 e 40 anni. Il 30% è di non credenti o lontani dalla Chiesa, tuttavia interessati a questo cammino. “Nella prima fase – riferisce il segretario – abbiamo ricevuto 150 mila questionari compilati, in 115 Paesi, in 7 lingue. Il potenziale di questi missionari digitali è di 20 milioni di followers. I giovani hanno trovato una dinamica, in termini di tempi, forme e metodologie, più consona a loro. I non credenti e i lontani dalla Chiesa hanno trovato un percorso di avvicinamento e dialogo che ha permesso loro di esprimersi e avvicinarsi in modo più libero”.

Conferenze ecumeniche

Padre Hyacinthe Destivelle, officiale del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei cristiani, ha posto infine l’accento sul cammino sinodale come percorso ecumenico. Ha spiegato che, con l’aiuto dell’Istituto di Studi Ecumenici dell’Angelicum e della Fondazione Pro Oriente di Vienna, sono state organizzate quattro conferenze internazionali nel 2022 e 2023, incentrate sulla comprensione e sulla pratica della sinodalità nelle quattro grandi tradizioni cristiane: ortodossi, ortodossi orientali, protestanti storici e nuove realtà ecclesiali (…)


Le risposte dei continenti al Vaticano 

Sintesi dall’articolo: Weltsynode: Das steht in den Antworten der Kontinente an den Vatikan

Medio Oriente: Chiesa sinodale per il diaconato delle donne

L’assemblea continentale di Harissa, in Libano, ha riunito rappresentanti delle Chiese cattoliche orientali: copti, maroniti, melchiti, siriani, caldei e armeni insieme ai rappresentanti della Chiesa latina occidentale. Nella Chiesa orientale la sinodalità dei vescovi è un principio costitutivo della Chiesa. Tra i temi della riforma interna alla Chiesa, emerge la chiarezza sul ruolo delle donne nella Chiesa. “Ogni forma di esclusione delle donne dalla partecipazione alla vita della Chiesa, specialmente nell’elaborazione delle decisioni ecclesiali, dovrebbe essere abbandonata”, si legge nel documento finale. Le Chiese dovrebbero iniziare a “riflettere seriamente sul ripristino del diaconato femminile”.
C’è controversia sulla liturgia, che nelle Chiese orientali, a differenza della Chiesa latina, non è stata cambiata dopo il Vaticano II.

Europa: tensioni e richieste caute

La diversità della Chiesa in Europa è una ricchezza, si legge nel documento finale dell’incontro continentale europeo di Praga (5-11 febbraio 2023). Ma questa diversità porta anche a tensioni, che vengono chiaramente nominate. Il documento fa il punto sulla situazione della Chiesa in Europa e sui dibattiti in corso al suo interno – anche su questioni come l’ordinazione delle donne o l’inclusione di forme di amore e sessualità non conformi all’insegnamento morale della Chiesa. Parla delle ferite che lo scandalo degli abusi sessuali ha portato nella Chiesa e del fenomeno della secolarizzazione. Esprime il desiderio di dare struttura alla sinodalità. Sull’ordinazione delle donne in alcune Chiese d’Europa il tema non ha la rilevanza che ha in altre.

Asia: per una Chiesa più attenta

Una Chiesa di grandi disparità con un gran numero di persecuzione di cristiani. Le sfide dell’Asia comprendono l’oppressione politica, i governi dittatoriali, la corruzione e le leggi ingiuste. “In situazioni estreme, le false accuse di blasfemia e il terrore sono i principali problemi che i cristiani devono affrontare”. Lamentano la scarsa presenza di donne in posizione di responsabilità e di decisione. Le donne sono considerate persone di serie b. Problematiche sono le differenze culturali e le strutture patriarcali della società asiatica. In Asia c’è anche scarsa protezione dei minori e la Chiesa vede la necessità di una maggiore preparazione alla tutela di minori. Infine è necessaria una maggiore inculturazione nella liturgia, per ritualità nella quale possano riconoscersi.

Nordamerica: parola ai giovani

Nelle consultazioni era emerso spesso che i giovani non avevano un ruolo né nelle parrocchie né nel Sinodo mondiale. Una minaccia significativa alla comunione all’interno della Chiesa, si legge, è la mancanza di fiducia tra vescovi e laici, ma anche tra il clero in generale e i laici. “Una delle maggiori aree di tensione in Nord America è la crisi degli abusi sessuali del clero e le sue ripercussioni, che hanno portato a una perdita di fiducia”, si legge nel documento.

Si chiede maggiore apertura verso chi è emarginato, fra questi vengono nominati, donne, persone LGBTQ+, minoranze etniche, divorziati risposati, manche persone portatrici di handicap fisici o psichici.

America Latina e Caraibi: legare il ministero episcopale alla Chiesa sinodale

Una delle principali preoccupazioni della Chiesa dell’America Latina e dei Caraibi è l’attuazione concreta della sinodalità richiesta da papa Francesco. Anche se viene ripetutamente sottolineata la “dignità comune di tutti i battezzati” questa è sempre accompagnata da un’enfasi della dignità episcopale, il cui compito è quello di “accompagnare e guidare” il popolo di Dio nel suo cammino comune. Insieme alla questione del celibato, i vescovi riprendono la questione dei viri probati, già discussa al Sinodo amazzonico.

Africa e Madagascar: critici verso il processo sinodale

Anche la metafora della tenda è stata fortemente criticata perché viene collegata alla guerrà, alla fuga dei rifigiati a una situazione di precarietà, preferendo l’immagine della famiglia. Vedono nel processo sinodale un pericolo di democratizzazione. Il documento delinea inoltre una tensione tra una forte comprensione della verità e il principio della misericordia. Tuttavia inclusività, trasparenza e questione femminile sono temi importanti nel continente africano, come pure la giustizia e la protezione della natura.

Oceania: per una Chiesa rinnovata

Una Chiesa di forti tensioni nell’intendere l’interculturazione ma anche su donne nella Chiesa, diversità sessuale e sulla possibilità di cambiare la dottrina. L’auspicio è di “una Chiesa rinnovata e sinodale che cerchi di non lasciare indietro nessuno.”

Fonte: Katholisch.de