- di Paola Franchina
Martedì 18 giugno si è svolto un importante incontro online, incentrato sul tema “Donne e Ministero”, organizzato da “Casa Alta”, un’associazione culturale con sede a Trieste, nota per il suo impegno nella promozione della conoscenza nelle sue varie forme. A prendere parte al dibattito vi sono due ospiti di spicco nel panorama teologico italiano, ovvero, Cristina Simonelli e Andrea Grillo, autori del libro Senza impedimenti.
Per comprendere lo status quaestionis occorre effettuare un breve excursus in senso diacronico: il diaconato femminile, storicamente, si riferisce al ruolo delle donne che, nei primi secoli della chiesa, servivano come diaconesse. Esse erano, infatti, coinvolte in vari ministeri, inclusi il battesimo delle donne, l’assistenza ai malati e ai poveri; già nella scrittura sono presenti attestazioni di questo fenomeno, si pensi a Paolo che nella lettera ai Romani 16, 1-2 si riferisce a Febe nei termini di “diaconessa della Chiesa di Cencre”. Tuttavia, con il tempo, questa pratica è andata scomparendo, a partire dal 12esimo secolo, il diaconato come ministero autonomo sparisce, per cui la pratica del diaconato femminile va estinguendosi. Dopo il Concilio Vaticano II prende forma il diaconato come ministero autonomo: sorprendente il fatto che, in tale occasione, si sia pensata alla possibilità di conferire il diaconato a uomini sposati, ma non alle donne, come accadeva nei primi secoli della Chiesa.
La questione, tuttavia, rimane aperta, la “società della dignità”, ove vige la logica della parità uomo e donna, incalza la teologia ad una seria riflessione sul tema. Papa Francesco nel 2016 istituisce una prima commissione per studiare la questione, seguita da una seconda nel 2020. La quaestio posta dal papa ai teologi è la seguente: le diaconesse di cui abbiamo attestazione storica, sono state ordinate con il sacramento dell’ordine? Inoltre, l’ordine veniva considerato un sacramento dentro il settenario sacramentale?
Nonostante queste iniziative, il papa dichiara che non vi siano prove sufficienti per procedere con l’ordinazione al diaconato e in un’intervista recente si esprime nei seguenti termini: “Se si tratta di diaconi con gli ordini sacri no, ma le donne hanno sempre avuto, direi, la funzione di essere diaconesse senza essere diaconi, giusto?”.
Resta tuttavia lecito chiedersi se tale quaestio sia ben posta, dal momento in cui la nozione di settenario fino al 12esimo secolo –periodo in cui il diaconato come ministero autonomo scompare- non era pacificamente condivisa all’interno della Chiesa.
All’interno di questa cornice si inserisce il volume “Senza impedimenti”, il quale, come sottolinea Marinella Perroni nella prefazione, non ha la presunzione di risolvere la questione, ma sostiene la necessità intellettuale propria di ogni teologo di rendere ragione “prendendo sul serio anche semplici curiosità o attacchi polemici, nella convinzione che qualsiasi onesta spiegazione rende più nitida la visuale, più ricco il confronto, più limpidi i rapporti”.
Cristina Simonelli, la quale si occupa della sezione storico-patristica del volume “Senza impedimenti”, mostra come il ricorso ai padri suggerisca un’altra via rispetto al “sì è sempre fatto così”. Sì pensi, ad esempio, al caso dei Lapsi, ovvero coloro che nel III secolo, in occasione delle persecuzioni dell’imperatore Decio, rinunciarono alla loro fede per ottenere salva la vita. In questa situazione, si assiste al rischio di una spaccatura nella Chiesa in due: il fronte dei rigoristi, tra cui Novaziano, che sostiene l’impossibilità di riammettere nella comunione della Chiesa gli apostati, a motivo del fatto che tale pratica non era mai stata attuata ed essi non si ritenevano autorizzati a concedere il perdono. Sull’altro fronte, invece, spicca la figura di Cipriano, il quale diviene portavoce di un metodo “pastorale” aperto ad una forma di fedeltà alla tradizione che – sostiene Cristina Simonelli – “libera energie e aiuta a comprendere più in profondità il Vangelo”.
In seconda battuta, invece, assistiamo all’intervento di Andrea Grillo, curatore, nonché autore della sezione storico-sistematica del volume, il quale consente di capovolgere la questione del diaconato femminile rispetto a come essa è stata comunemente posta; nella società della dignità, infatti, ove vige la logica della parità uomo e donna – la cui autorità nello spazio pubblico dal 1963 è ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa con l’enciclica Pacem in terris di Papa Giovanni XXIII –, l’onere della prova non spetta a coloro i quali sostengono la possibilità di ordinare la donna al diaconato, ma a coloro che intendono escluderla. Tuttavia, l’assenza di argomentazioni, ha spinto il magistero verso una posizione apodittica, in cui il teologo debba limitarsi a confermare e supportare quanto viene dal magistero affermato.
In conclusione, non potendo esaurire in queste semplici righe la ricchezza dell’incontro, è importante sottolineare che, qualsiasi siano le inclinazioni e le opinioni, questo volume diviene portavoce di una teologia aperta, che lasci spazio al possibile e al desiderabile e resti fedele al suo compito primario di rendere ragione a servizio della Verità.
L’occasione dell’incontro online è l’uscita di Senza impedimenti, un volume di Queriniana, che raccoglie i contributi autorevoli di sei teologhe e teologi (Emanuela Buccioni, Luca Castiglioni, Andrea Grillo, Luigi Mariano Guzzo, Serena Noceti, Cristina Simonelli) sul tema del ministero ordinato per le donne. Un libro che arriva in un momento importante per la Chiesa che sta vivendo il sinodo e dove il tema del diaconato per le donne è uno dei più presenti anche quando non se ne parla apertamente (Udep).
Alberto dal Maso di Queriniana nella presentazione dirà perché ha scelto di pubblicare il libro.
Così, Paola Franchina, teologa, che ha moderato la serata: „Il volume „Senza impedimenti“ è costituito dai contributi di 6 teologi in attività, 3 donne e 3 uomini. Con la prefazione di un’altra teologa, ovvero, Marinella Perroni. Al cuore della questione abbiamo il tema del rapporto tra donne e ministero. Se comunemente la questione viene posta nei seguenti termini “Con quale autorità è possibile modificare ciò che è sempre stato (ovvero la riserva maschile)?”, l’intuizione presente in questo volume, invece, consente di capovolgere la questione, mostrando come nella “società della dignità” attuale, ove vige la logica dell’uguaglianza, l’onere della prova non spetti a coloro i quali sostengono la possibilità di ordinare la donna al diaconato (ovvero il primo grado del sacramento dell’ordine), ma a coloro che intendono escluderla dal ministero ordinato. Da questa intuizione viene la provocazione del titolo “Senza impedimenti”.
Dalla prefazione di Marinella Perroni, biblista:
„E se la Chiesa riconoscesse oggi, con serenità e profezia, di non avere la facoltà di escludere le donne dal ministero ordinato? Risponde un libro che è un “canone a sei voci”, la cui armonia produce un effetto di canto e di discanto, esprime lineari posizioni e nutre vivaci passioni, rivela gravi sofferenze e dimostra giuste insofferenze. Un libro che esprime una sana inquietudine e una realistica incompletezza, lasciando spazio al possibile e al desiderabile, due dimensioni che per la teologia sono non una eventualità accessoria, ma una necessità strutturale“.
Rispetto a questo tema si possono avere posizioni differenti ma ascoltare della teologia fatta bene è sempre un piacere, così Paola Franchina.
Vedi anche:
„Smaschilizzare la Chiesa“? | Delegazione-mci