RIM, da quindici anni osservatorio della mobilità degli italiani

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Rapporto Italiani nel mondo
Copertina Rapporto Italiani nel mondo 2020 ©Fondazione

Presentato il 27 ottobre in videoconferenza il Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes. “Il Rapporto è un punto di riferimento per chiunque nelle istituzioni, nel mondo accademico, nei centri di ricerca e nella società civile desideri approfondire lo studio delle dinamiche del tessuto sociale che incidono sul fenomeno (della mobilità)” così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sintetizzato il valore del Rapporto Italiani nel mondo (RIM) nel suo messaggio. Il dato che emerge è l’aumento negli ultimi quindici anni della mobilità italiana verso l’estero: +76,6%. Se nel 2006, primo anno di pubblicazione del RIM, gli iscritti Aire erano poco oltre i tre milioni, quest’anno hanno raggiunto i 5,5 milioni.

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In tutto l’arco del 2019 gli italiani che hanno ufficialmente lasciato il Paese sono stati 131 mila; sono partiti da tutte le province italiane con destinazione in ben 186 Paesi. L’Italia di questi ultimi quindici anni è tornata ad essere una terra di emigrazione, ha detto il presidente di Migrantes, monsignor Guerino di Tora. Questo l’aveva intuito l’allora direttore generale di Migrantes, mons. Luigi Petris, che aveva voluto creare nel 2006 con il RIM uno studio approfondito della mobilità italiana contemporanea all’estero, quando l’attenzione pubblica era invece rivolta all’immigrazione verso l’Italia. In questi quindici anni sono stati circa 700 gli studiosi di economia, sociologia, demografia, storia, statistica in Italia e all’estero che hanno collaborato al RIM.


La destinazione preferita degli italiani resta l’Europa, con Germania, Svizzera, Francia, Belgio in testa ma negli ultimi quindici anni la presenza di italiani in Gran Bretagna e in Spagna è percentualmente molto aumentata, rispettivamente del 147% e del 242%. Destinazioni sono anche Svezia e Norvegia, Irlanda, Malta e Portogallo. Delfina Licata, curatrice del RIM, ha sottolineato che molti fra coloro che lasciano l’Italia sono diplomati e cercano lavori generici. Non è vero che sono prevalentemente gli altamente qualificati a lasciare l’Italia né che l’attuale mobilità è un fenomeno del Nord Italia. A questa valutazione il Rapporto 2020 è arrivato grazie a uno studio particolareggiato sulle province italiane; questa analisi mette in luce il divario fra città e aree interne.

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“Alla mondializzazione che desertifica va sostenuta la localizzazione che salvaguardia la vita; va valorizzata la dimensione micro del borgo e lo spirito di compassione, ossia l’esigenza di agire insieme per il benessere comune “, ha detto Gualtieri Bassetti, presidente della conferenza episcopale italiana. “Il meccanismo di fuga deve diventare un meccanismo di ritorno” per Vincenzo Morgante, direttore TV2000, che ha realizzato un filmato sintesi del Rapporto 2020. La mobilità è un fenomeno globale ma affinché diventi circolare, ossia di rientro, occorrono le politiche adatte. Per il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il RIM è un uno strumento importante per poter tradurre le cifre dei movimenti in indirizzi politici; questi devono favorire il rientro degli italiani affinché possano ridare slancio all’imprenditoria italiana, soprattutto nel sud Italia, forti delle esperienze e competenze maturate all’estero.

Per ulteriori informazioni sul RIM 2020 si vada al sito della Fondazione Migrantes