Quando una setta è una setta?

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Professor Dr. Simone Paganini, Lehr- und Forschungsgebiet Biblische Theologie der RWTH Aachen

Leggiamo la Bibbia con il teologo Simone Paganini – Tema 2024: Le sette religiose

  • Simone Paganini

Dall’esterno – o meglio a partire dalla prospettiva di una delle religioni tradizionali – è sempre molto facile definire un gruppo religioso diverso dal proprio come una setta.

Nell‘uso comune del termine normalmente si intende per setta un gruppo medio-piccolo di persone che difendono idee religiose bizzarre, talvolta pericolose e che spesso e volentieri sopprimono il diritto di opinione, di libertà. La connotazione negativa del termine tuttavia, fa sì che venga usato anche per stigmatizzare piccoli gruppi all’interno delle religioni tradizionali.

La posizione ufficiale della chiesa cattolica e di quella protestante definisce invece come sette gruppi religiosi che si differenziano dal punto di vista della confessione, perché hanno visioni diverse per quel che riguarda l’etica, la dottrina, il ruolo di Dio, quello di Gesù e in definitiva anche sulle verità rivelate all’interno della Bibbia, allontanandosi naturalmente da quelle che sono le posizioni delle chiese tradizionali. Spesso queste sette ritengono di avere una versione “aggiornata” o meglio “riveduta e corretta” della Bibbia, e quindi più fedele alla volontà di Dio, consegnata al fondatore da un angelo o da Dio stesso.

Il termine greco per identificare una setta è hairesis, da cui deriva il nostro “eresia”. Nella lingua originale il vocabolo può però essere tradotto meglio con “scuola di pensiero”. Lo storico giudeo-romano Giuseppe Flavio definisce come hairesis della religione ebraica, i gruppi dei farisei, quello dei sadducei, quello degli esseni e anche quello degli zeloti. Si trattava di normali movimenti o partiti all’interno della società in cui ha vissuto Gesù e all’interno della quale ha iniziato a svilupparsi l’hairesis cristiana. In questo senso il temine setta non è utilizzato negativamente ma solo in maniera descrittiva. Così vengono identificati tutti quei gruppi di carattere religioso o filosofico che si evolvono a partire dall’ispirazione di una figura carismatica. Anche la prima comunità gesuana, che nel corso del secondo secolo si svilupperà nella struttura che oggi chiamiamo chiesa, non era all’origine che una setta all’interno della religione giudaica: la setta che riconosceva in Gesù di Nazareth il Messia di Israele.

A partire dal tardo Medioevo e dalla prima età moderna setta ed eresia vengono a coincidere. Con l’imperatore Federico II – sotto il quale si sviluppò anche l’istituzione dell’inquisizione – eretici e settari vengono puniti con scomunica e morte. Membri di sette non erano più solo persone che difendevano una dottrina errata, ma danneggiavano volutamente l’unità indissolubile della chiesa e dello stato cristiano.

A partire dalla riforma protestante tutti i gruppi religiosi che non erano riconosciuti dallo Stato – ovvero la chiesa cattolica e quella luterana e riformata – erano definiti sette. Oggi naturalmente non è più così e anche gruppi religiosi possono essere riconosciuti dallo Stato e hanno gli stessi diritti (e doveri) delle chiese tradizionali.

Se ci si sofferma a considerare comunità religiose particolari si possono notare elementi che permettono – per lo meno in forma generalizzata – di distinguere tra una religione e un gruppo settario. Un elemento da solo non basta naturalmente, anzi spesso gli stessi criteri non radicalizzati sono perfettamente inquadrati anche all’interno delle religioni tradizionali.

Centrale è la presenza di un leader carismatico, un capo, con un forte ascendente sugli adepti. Spesso ha ricevuto una rivelazione divina, che comporta anche un sistema di valori ed idee, che si traduce in pratiche e norme atte a regolare la vita all’interno del gruppo. Fino a qui le differenze descrittive tra una setta e ad esempio la chiesa cattolica non sono molte. Un ulteriore aspetto è il controllo sociale che può essere più o meno intenso. Spesso ci sono commissioni o tribunali interni che emettono sentenze e puniscono i trasgressori. Questo aspetto insieme alla richiesta di un impegno totale, di lavoro volontario e di abbandono dei legami familiari precedenti è spesso anche una prerogativa di comunità religiose o monastiche.

Come si vede non sono tanto gli aspetti esteriori quanto il livello di radicalizzazione di questi aspetti e i contenuti che trasformano un gruppo religioso in una setta.

Dalle sette degli anni Novanta – con suicidi di massa e isterie escatologiche –si è passati oggi a gruppi settari più piccoli, spesso isolati, ancor più spesso critici nei confronti della società moderna. Per questo sono difficili da identificare, se non a partire da una differenziazione più profonda non solo nelle forme esteriori, ma anche nei contenuti.

Questo sarà il tema che – a partire dai presupposti biblici – svilupperemo assieme mese per mese nel corso di quest’anno.


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