Meeting light per restare connessi

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Meeting giovani Germania 2021
Meeting giovani Germania 2021

Meeting giovani 12 giugno 2021

Appuntamento sabato pomeriggio dalle 16:00 alle 18:30 per il meeting giovani in versione digitale e in versione light, breve. Ne parliamo con Claudia Siverino, responsabile del team organizzativo e con Isabella Vergata, per anni responsabile dell’organizzazione di questo appuntamento annuale dei giovani.

Solitamente il meeting durava un fine settimana presso la Fraternità di Betania ad Aschaffenburg, quest’anno, non potendo fare questo tipo di incontro, i giovani hanno deciso tuttavia di non rinunciare completamente al meeting giovani.

Claudia: Tutto l’anno è stato particolarmente difficile anche per noi del meeting organizzativo. L’anno scorso il meeting è saltato perché allora non si sapeva cosa si potesse fare, quest’anno ci riproviamo in versione light, accorciata. Vogliamo rivederci. Speriamo di avere molti ragazze e ragazzi che vogliono rivedersi fra di loro, perché questo network si era già creato negli anni passati.

Isabella: La rete, internet, ha portato frutti, perché vedo ragazzi del gruppo meeting che si vedono e comunicano su instagram, su facebook. Questo meeting light è una possibilità in più per riallacciare i contatti, per dire che ci siamo. A dire il vero all’inizio ero un po’ contraria perché c’è molto lavoro organizzativo e tutti vivono attualmente delle realtà molto complesse, sia di cambio lavoro, di vita privata, ma poi abbiamo deciso di farlo per dare “un segnale di vita”.

Claudia Siverino, Isabella Vergata durante l’intervista via zoom con Paola Colombo

Claudia: Ci sarà un video con delle fotografie che ricordano gli incontri passati, così i ragazzi vedono come sono cambiati. Poi chiederemo ai rappresentanti di comunità come hanno vissuto loro questo anno di pandemia, che cosa sono riusciti a fare, se hanno organizzato attività coi in ragazzi. Lo racconteranno a parole o attraverso un video.

Isabella: Abbiamo sempre avuto come team meeting difficoltà nel trovare qualcuno che facesse pervenire ai giovani le nostre informazioni, le lettere, i volantini. C’è sempre stato da parte nostra il desiderio di spargere la voce, la Delegazione ci ha sempre sostenuto in questo anche con spese di pubblicità; tuttavia c’era poi in consiglio di Delegazione chi si lamentava che noi non spargessimo abbastanza la voce. Speriamo che in questo meeting digitale possiamo raggiungere anche ragazzi che sono più lontani. Con un semplice clic possono entrare e vedere chi siamo e che cosa facciamo. Il meeting in presenza durava tutto un fine settimana. Si arrivava il venerdì ad Aschaffenburg. Poi c’era tutto il sabato di lavoro, di catechesi, di pause, anche studiate. Anche i pranzi e le cene erano un convivio con i francescani. Le ragazze e i ragazzi ci dicevano: che bello essere qui con voi, che bella esperienza. Succedeva anche che alcuni si alzavano alle tre di notte per pregare con i francescani, per poi essere a colazione alle sette e mezza e questo dopo aver pregato e cantato la sera precedente fino a mezzanotte o alla una. Era un loro desiderio.

È importante dare un segnale di continuità in un formato diverso. Avete temi in agenda, penso all’ambiente o al clima?

Isabella: La questione dell’ambiente non è mai stata sinora tematica dei meeting, ma a volte si parla del ruolo della donna nella chiesa, del significato della chiesa per i fedeli. Penso che i temi del cammino sinodale abbiano significato per i giovani ma non perché glielo abbiamo detto noi organizzatori ma perché sono tematiche attuali che interessano ai giovani. Molti giovani si allontanano dalla chiesa perché la chiesa su certe cose è rimasta sorda, non vuole aprirsi e allora dicono la chiesa “è distante da me, non ne ho bisogno”. I ragazzi invece che vogliono rimanere fedeli non solo a Gesù ma anche all’istituzione parlano di queste cose e dicono “magari questo si potrebbe cambiare, dovrebbe essere diversamente, questo possiamo farlo noi”. Tutto questo viene da loro perché sono argomenti attuali per loro e li hanno indentificati anche loro nelle comunità, nei gruppi, nella chiesa. Anche l’argomento della gerarchia è presente: noi non possiamo fare un gruppo senza chiedere. Anche questo è un argomento del sinodo. Non dovrebbe poter dire un sacerdote: “Fate! Volete fare qualche cosa per la chiesa, nel vostro tempo libero. Fate! Vi do la stanza, l’orario, anche il supporto della segretaria”, invece di essere un impedimento.

A volte l’istituzione è un impedimento?

Isabella: a volte sì. Qualcuno a volte ci racconta che avevano un bel gruppo attivo e poi per la mancanza di appoggio e di possibilità si sono persi. Alcuni poi li abbiamo persi perché non venivano informati, perché il contatto non veniva trasmesso.

Claudia: I contatti riusciamo a mantenerli. Certamente con alcune comunità di più che con altre. Ci sono giovani che sono attivi di propria iniziativa, per esempio, hanno condiviso post, canzoni, sono ragazzi indipendenti, anche nelle relazioni fra le comunità, perché abbiamo visto in questi anni come fra di loro poi hanno fatto gruppo nonostante le distanze.

Che cosa auspicate per coinvolgere ancora più giovani? I giovani pongono domande e desiderano risposte, per lo meno desiderano avere un interlocutore attento. Che cosa si dovrebbe fare?

Isabella: I giovani pongono delle domande ma molto spesso non sanno cosa farne perché non sanno dove avere le risposte. Io mi arrabbio quando sento dire che i giovani non vanno in chiesa oppure “non abbiamo giovani”. Non è vero che la nostra chiesa non ha giovani, ce ne sono tantissimi ma bisogna avere il giusto approccio, per parlare con loro, per sollecitarli. Come team meeting. Vorremmo che ci fossero altri team meeting sparsi in Germania non solo nelle altre comunità italiane ma anche in quelle di comunità di altra madre lingua. Ci vorrebbero altri team perché per noi raggiungere ottanta comunità è difficile, soprattutto se non c’è sempre la collaborazione dei sacerdoti e delle segretarie. I giovani ci sono, hanno voglia di dire la loro e in tanti hanno bisogno di avere un attimo di silenzio di preghiera, ma anche della confessione. Mi ricordo durante un meeting eravamo titubanti a proporre la confessione, poi ci siamo ritrovati in pochissimi nel gruppo lavoro e quasi tutti erano con i sacerdoti, ma c’erano anche suore con cui parlare, occupati a parlare delle loro esperienze, o a confessarsi. Tornavano poi erano tutti alleggeriti, tra il riso e il pianto.

Claudia: Le attività che proponiamo vengono da nostre esigenze, partono da noi, dalle nostre esperienze. Siamo noi giovani a pensarle, giovani che vivono nel mondo di oggi, che lavorano che studiano. Nei tre giorni dei meeting i giovani hanno un’esplosione di emozioni, dall’essere felici alla meditazione, dal pregare allo stare in compagnia fra ragazzi e ragazze di tutte le comunità. Ho fatto tanti campi, sono esperienze che non si possono raccontare se non si sono vissute. In pochi giorni incontri persone fantastiche e rimani in contatto con loro.

Il meeting versione light del 12 giugno offrirà anche l’occasione per pensare al prossimo meeting in presenza