Libri: Il miele e l’amaro. Lettura mistico-sapienziale dell’Apocalisse

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Copertina de Il miele e l'amaro di Antonietta Potente, Ed. Paoline

Recensione de “Il miele e l’amaro. Lettura mistico-sapienziale dell’Apocalisse”, (Antonietta Potente, Ed. Paoline, 2021, 176 pagine) – L’Apocalisse, l’ultimo libro della Bibbia, è un libro enigmatico, di tremende visioni, un libro piuttosto ostico. Antonietta Potente, teologa, religiosa, ci guida nel libro dell’Apocalisse con una lettura che lo ancora alla nostra realtà. L’autrice non intende fare un’esegesi, ma una lettura mistico-sapienziale, qualcosa che ha a che fare con lo sguardo contemplativo, che sa cogliere il senso delle cose. Ciò che vuole essere la lettura de Il miele e l’amaro si svela anche nel titoletto all’interno Spiritualità del quotidiano e nella dedica iniziale “a tutte e tutti coloro che guardando la realtà fanno fatica a innamorarsene”. Come non essere curiosi allora, noi, in un tempo nel quale alle fatiche e alle preoccupazioni del quotidiano, alle vicissitudini e sofferenze personali, si assommano le guerre, i soprusi, la violenza sulle donne, sui giovani, in particolar modo in Iran, in Afghanistan, ma non solo; e poi violenza predatoria contro la terra, la nostra casa comune, e le sue risorse.

L’occasione di questa scrittura è venuta dalla pandemia, da questo tempo di crisi che ha reso manifeste altre crisi. Scrive Potente: “un tempo improvviso certamente, ma forse tempo che dovevamo aspettarci. Da molti anni, infatti, o chissà da secoli, c’era un progressivo rompersi degli equilibri: tra gli esseri umani e il pianeta Terra, ma anche tra di noi e in noi…». Le visioni imperscrutabili dell’Apocalisse vengono allora svelate (rivelazione è il significato della parola Apocalisse) per comprendere la realtà, la nostra realtà nella quale siamo incarnati. L’Apocalisse diventa quindi strumento, l’autrice usa la parola “pretesto”, per comprendere il presente, perché non tratta di un futuro terribile, quanto della rivelazione del senso del reale in cui il miele e l’amaro, simbolo degli opposti, convivono. Lo stesso titolo è preso da un versetto dell’Apocalisse (10, 10): “Presi quel piccolo libro dalla mano dell’angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l’ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l’amarezza”.

Le viscere, la parte intima e profonda, sentono profondamente, sono collegate alla Sapienza: “la Sapienza permette un sentire che non resta nella bocca, ma scende. Comune è la radice della parola “sapere”, quindi la Sapienza è “il gusto che sente”. Ed è necessaria la “complicità del giorno e della notte perché la Sapienza si sveli”. Antonietta Potente ci accompagna nel suo rapportarsi al testo dell’Apocalisse, a superare la dicotomia e la polarità fra luce e ombra, notte e giorno, miele e amaro, gioia e dolore. Ancora: “Le visioni profetiche che troviamo nell’Apocalisse si muovono attorno alla Shekinah, cioè la Divina Presenza…”. Nel tessuto della sua lettura dell’Apocalisse ci si muove liberamente, si può leggere Il miele e l’amaro a partire da qualsiasi punto, non se ne perde la trama, ci si ritrova sempre, perché non è un testo ancorato alla ferrea logica sillogistica dell’intelletto, del conoscere ma appunto alla mistica e alla lettura sapienziale, quindi all’evocazione, al rimando di significati, alla risonanza, a quel sapere che ha a che fare con il gustare a lungo, con il ruminare. Chi conosce Antonietta Potente sa che il suo percorso di riflessione è un invito a entrare nella realtà per cambiarla, che è poi la forza dirompente della mistica; a conoscere la realtà nella sua profondità, a cambiare il nostro sguardo su di essa, che è il primo passo per cambiare noi stessi e la realtà: è quel percorso che attraverso la meditazione, giunge al cuore della realtà e diventa forza di cambiamento. Si pensi anche al suo libriccino Il nocciolo e la scorza. La realtà e il suo senso.

Antonietta Potente, teologa, è nata in Liguria, vive a Torino, fa parte della congregazione delle suore Domenicane di San Tommaso D’Aquino, e ha vissuto per molto anni in Bolivia in vita comunitaria con famiglie campesinos. Ha insegnato teologia morale a Roma a Firenze e in Bolivia e ha partecipato alla costituente per un cambiamento socio-politico sotto la presidenza di Evo Morales. Antonietta Potente è donna sapiente, di quella sapienza che viene dalla vita, e dalla parola, parlata e scritta, delle culture del mondo oltreché della tradizione cristiana.