Libri: „Francesco, il papa della riforma. La conversione non può lasciare le cose come stanno“

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Copertina del volume: "Francesco il papa della riforma" di Marco Ferrari, Ed. Paoline

Recensione del libro “Francesco, il papa della riforma. La conversione non può lasciare le cose come stanno”, (Franco Ferrari, Ed. Paoline, 250 pagine, 2020) – Ancora un libro sul papa? Chiede retoricamente l’autore Franco Ferrari nell’introduzione, indovinando la domanda di molti. Ferrari con il suo volume ha raccolto una sfida, quella di presentare “il disegno riformatore di Francesco attraverso un racconto documentato che consenta di cogliere la logica e l’organicità del suo magistero, teso ad accompagnare la Chiesa nel terzo millennio, tentando di farle superare, se mai sia possibile, quei duecento anni di ritardo denunciati da un padre della Chiesa del XX secolo, Carlo Maria Martini”. Uscito nella collana di Saggistica delle Paoline nel 2020, “Francesco, il papa della riforma” è quanto mai attuale per aiutare a capire il papato di Bergoglio, il suo lavoro di riforma della Chiesa nella sequela e aderenza al Vangelo. A volte si resta sconcertati o sorpresi di fronte a certe frasi o battute di papa Francesco riportate dai media, frasi anche contrastanti se non contraddittorie che non aiutano a cogliere il filo rosso del suo pontificato. Il volume rintraccia questo filo rosso in diversi aspetti: il modo diverso di Bergoglio di interpretare il papato; la riforma della curia, la centralità del popolo di Dio nella conversione della Chiesa e di un laicato adulto; le implicazioni sociali dell’annuncio del Vangelo (che ci fa immediatamente pensare all’enciclica “Fratelli tutti”); la conversione pastorale che mette al centro la misericordia (si pensi al cambio di paradigma che è l’esortazione apostolica “Amoris laetitia” con la quale Francesco presenta gli esiti dei due sinodi sulla famiglia e apre alle coppie “irregolari”); la sinodalità per realizzare la conversione pastorale; infine il libro di Ferrari espone un altro aspetto importante, quello della ripresa del cammino ecumenico e interreligioso, per costruire la fratellanza universale e disinnescare i fondamentalismi di matrice religiosa. Nel clericalismo e nello scandalo degli abusi Ferrari vede due “handicap”, perché sono “tematiche ereditate dal passato che ritardano e a volte minacciano l’azione di cambiamento”. Fra gli undici capitoli c’è anche quello degli argomenti dei detrattori e oppositori di Bergoglio, un papa da strutturare teologicamente, dicono, perché mette prima la morale e poi la fede. Un libro chiaro e ben documentato, da consigliare a tutti coloro che desiderino comprendere l’azione riformatrice del magistero di Francesco, ma anche a quegli oppositori di Francesco, rimasti ancorati a una visione preconciliare e antimodernista della Chiesa e del papato. Scrive il vaticanista Marco Politi, giornalista, autore ed editorialista de “Il fatto Quotidiano”, nella prefazione del libro, che Francesco ha compreso che: “è l’istituzione stessa, nella sua struttura e nella sua auto-comprensione che deve cambiare (…) Perché senza questa conversione – ed è ciò che il fronte ecclesiale conservatore si rifiuta di capire – la Chiesa semplicemente non è in grado di interloquire con la società attuale e meno che mai con le nuove generazioni”. Non si tratta di correre dietro alle mode, ma di una Chiesa incarnata nella realtà.

Marco Ferrari, giornalista pubblicista, è caporedattore della rivista bimestrale “Missione Oggi” e del trimestrale “Shalom” della Comunità di accoglienza Betania (Parma). Impegnato da oltre vent’anni nell’associazionismo cattolico, è fondatore e animatore dell’associazione Viandanti.org. Ha pubblicato il volume “Famiglia. Due Sinodi e un’esortazione. Diario di una svolta” (2016).