In ascolto della Parola: il teologo Karl Rahner (1904 -1984)

400

Sicuramente è stato uno dei più importanti teologi del XX secolo. Karl Rahner, gesuita tedesco, nato a Freiburg nel 1904 (5 marzo 1904 – 30 marzo 1984) è stato uno dei padri che hanno preparato il Concilio Vaticano II e fra coloro che hanno plasmato la teologia del Novecento nel “superamento dell’angusto sistema neoscolastico prendendo più sul serio sia le persone come soggetti sia la storia della fede”, così Ulrich Ruh sul portale Katholisch.de.

  • Udep

In concomitanza con l’importante sinodo di Würzburg all’inizio degli anni ’70 che voleva mettere in opera quanto uscito dal Vaticano II, Karl Rahner pubblicò un testo sulla necessità di cambiamenti nella Chiesa, intesi come compito e occasione (Strukturwandel der Kirche als Aufgabe und Chance). Il testo, suddiviso in tre parti (Dove siamo ora? Che cosa dobbiamo fare? Come può essere pensata una Chiesa del futuro?), parla di una Chiesa dalle porte aperte, di autentica spiritualità, fatta di morale non moralizzante, di una Chiesa che sia in dialogo, anche critico, con la società. Pur con qualche decennio alle spalle, la tematica del cambiamento della Chiesa e nella Chiesa, è quanto mai attuale, sia in relazione al sinodo universale che al sinodo tedesco. Come ebbe a dire: Dio non ci solleva dai problemi del mondo, non ci risparmia le nostre perplessità. Perciò, anche nella Chiesa, non dovremmo fingere che non sia così. Rahner si occupò anche di ecumenismo. Il gesuita sviluppò la concezione di cristiani inconsapevoli “sulla base dell’idea dell’apertura trascendentale degli umani alla dimensione del divino e dell’infinito (…) Non solo: è sempre il Creatore che, liberamente, si manifesta e si rivolge a noi in una pluralità di modi. Con la Parola, certo, o con i sacramenti; ma anche in forme diverse, magari imprevedibili o per noi inimmaginabili, lontane dal nostro limitatissimo campo visivo”, scrive Danilo Di Matteo (settimananews.it, 5 marzo. K. Rahner: “L’esperienza di Dio è indipendente dal fatto che si chiami Dio ciò a cui si riferisce (…), non è una reazione successiva ed emotiva a una dottrina teorica, inculcata dall’esterno, sull’esistenza e la natura di Dio (…) L’ esperienza di Dio non è privilegio di singoli “mistici”, ma è presente in ogni essere umano, anche se la forza e la chiarezza della riflessione su di essa variano notevolmente” (K. Rahner, Würde mir Gott fehlen?, Grünewald Verlag, 2022, p. 64)