Giovedì 9 febbraio si è conclusa la fase di ascolto della Tappa continentale europea del Sinodo 2021 – 2024. Fino a domenica 11 erano riuniti i vescovi in assemblea per riflettere quanto emerso nei giorni precedenti dai contributi delle 39 Delegazioni europee.
Nella nota conclusiva dei vescovi europei si legge:
Come frutto di questa esperienza sinodale, noi vescovi ci impegniamo a continuare a vivere
e promuovere il processo sinodale nelle strutture e nel vissuto delle nostre diocesi. Questa
esperienza della sollecitudine per tutta la Chiesa in Europa ci ha rincuorato nel nostro
impegno per vivere con fedeltà la nostra missione universale. Ci impegniamo a sostenere le
indicazioni del Santo Padre, successore di Pietro, per una Chiesa sinodale alimentata
dall’esperienza della comunione, della partecipazione e della missione in Cristo.
Vogliamo camminare insieme, popolo santo di Dio, laici e pastori, pellegrini per le vie
d’Europa per annunciare la gioia del Vangelo che scaturisce dall’incontro con Cristo e
vogliamo farlo insieme a tanti fratelli e sorelle delle altre confessioni cristiane.
Vogliamo impegnarci per allargare lo spazio delle nostre tende, perchè le nostre comunità
ecclesiali siano luogo dove tutti si sentano accolti.
Scarica la nota completa dei vescovi europei.
Da queste giornate di lavori uscirà un documento conclusivo (ne daremo qui pubblicazione) che verrà redatto da un team redazionale sulla base dei contributi e degli interventi delle Delegazioni. Ieri, in chiusura dell’assemblea, è stato letto il documento provvisiorio dal quale sono emerse con chiarezza le diversità fino a delineare una corrente conservatrice e una progressista. Divergente sono emerse in particolare sul tema dell’ordinazione delle donne, sulla morale sessuale cattolica e altre forme di amore e di identità sessuale, come pure sulle conseguenze dello scandalo degli abusi sessuali nella Chiesa e la prospettiva delle vittime. Piena concordanza è invece emersa sulla necessità di proseguire nella pratica di sinodalità e di svilupparla come metodo di consultazione e di decisione. tuttavia il documento non dice come le questioni della Chiesa possano essere risolte.

Il metodo di lavoro scelto per questa tappa del Sinodo è l’ascolto. Si sono ascoltati gli interventi dei 39 gruppi europei che hanno messo in evidenza le diverse velocità e visioni sulla Chiesa. L’ascolto è il momento fondamentale della conversazione spirituale (vedi sotto) che va fatto in maniera non pregiudiziale e nella piena libertà di chi parla. La modalità dell’ascolto mostra i suoi limiti se non è seguita dalla possibilità di risonanze e di discorso.
Delegazione tedesca e italiana
Per la Germania erano presenti Georg Bätzing, presidente della conferenza episcopale tedesca (Dbk) e vescovo di Limburg, la dr. Irme Stetter-Karp, presidente del Comitato Centrale dei cattolici (Zdk), prof. Thomas Söding, vice presidente del Zdk (tutti e tre fanno parte della presidenza del Synodale Weg, e la dr. Beate Gilles, segretaria generale della Dbk. La Delegazione italiana era composta alcuni membri del comitato nazionale del Cammino sinodale delle Chiese in Italia: il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, mons. Antonio Mura, vescovo di Nuoro, mons. Valentino Bulgarelli, sr. Nicoletta Vittoria Spezzati e la prof. Giuseppina De Simone.

Ai lavori si sono uniti anche altri dieci delegati per ogni Conferenza episcopale. Per l’Italia erano Paolo Verderame, Lucia Capuzzi, Gioele Anni, Chiara Griffini, Pierpaolo Triani, membri del Comitato nazionale del Cammino sinodale. E i teologi don Vito Mignozzi, don Francesco Zaccaria. Stefano Tarocchi, Livio Tonello, Fausto Arici. Per la Germania erano collegati: Kerstin Fuchs, Sr. Katharina Ganz OSF, Lisa Holzer, Hendrik Johannemann, il vescovo Peter Kohlgraf, Charlotte Kreuter-Kirchhof, Br. Andreas Murk OFMConv, Ralph Poirel, Johanna Rahner, Dorothea Sattler.

Comunicato della Delegazione tedesca
La Delegazione tedesca in un comunicato stampa (09.02) ha dichiarato che per loro „è stato importante nell’assemblea continentale ricordare i cambiamenti necessari di cui ha bisogno la Chiesa per essere all’altezza delle sue responsabilità. Era nostra preoccupazione dar voce alle cause sistemiche dell’abuso sessuale come pure richiedere la presenza delle vittime di abusi e la possibilità di una loro partecipazione“. La Delegazione tedesca ha potuto rendersi conto che gli stessi temi sono affrontati in molti altri paesi con la stessa urgenza che in Germania. Sulla modalità di lavoro ha evidenziato che „vivere la sinodalità significa concordare e riflettere sulle forme di comunicazione e di partecipazione“ e ha ricordato l’antica massima, citata anche da papa Francesco, che ciò che riguarda tutti, da tutti deve essere trattato. Infine ha ricordato il ruolo dell’esegesi biblica, della teologia: „senza sapere esegetico e senza approfondimenti sull’ermeneutica dell’interpretazione dei documenti storici, non possiamo più arrivare a convergenze“. In conclusione nel documento della Delegazione tedesca si legge che il processo sinodale in corso richiede tempo, per conoscersi, per guadagnare fiducia gli uni negli altri, che servono strutture sinodali e una rete di scambio internazionale ed europea.
Che cos’è una conversazione spirituale?
La conversazione spirituale comporta ascolto attivo e parlare con il cuore. Sono due pratiche che andrebbero esercitate in ogni discussione perché favoriscono il dialogo, la comprensione reciproca, la conoscenza dell’oggetto del discorrere, consentendo di giungere a una sintesi condivisa. L’ascolto attivo e il parlare con il cuore evitano il rischio del parlarsi addosso, il rischio che le posizioni espresse siano mere contrapposizioni e l’eloquio esibizionista.
Ascolto attivo
• Attraverso l’ascolto attivo, l’obiettivo è cercare di capire gli altri così come sono.
• Ascoltiamo l’altro mentre parla e non ci concentriamo su ciò che diremo dopo.
• Accogliamo, senza giudicare, ciò che l’altro dice, indipendentemente da ciò che pensiamo della persona o da ciò che ha detto. Ogni persona è un esperto della propria vita.
• Dobbiamo credere che lo Spirito Santo ci parla attraverso l’altra persona.
• Accogliere senza pregiudizi è un modo profondo di accogliere l’altro nella sua radicale unicità.
• L’ascolto attivo è lasciarsi influenzare dall’altro e imparare dall’altro.
• L’ascolto attivo è esigente perché richiede umiltà, apertura, pazienza e coinvolgimento, ma è un modo efficace di prendere sul serio gli altri.
Parlare con il cuore
• Questo significa esprimere sinceramente se stessi, la propria esperienza, i propri sentimenti e pensieri.
• Implica parlare della propria esperienza e di ciò che si pensa e si sente veramente.
• Ci assumiamo la responsabilità non solo di ciò che diciamo, ma anche di ciò che sentiamo. Non incolpiamo gli altri per ciò che sentiamo.
• Condividiamo la verità come la vediamo e come la viviamo, ma non la imponiamo.
• Parlare con il cuore è offrire un dono generoso all’altro in ricambio dell’essere stati ascoltati attivamente.
• Questo processo è molto arricchito da una pratica personale regolare di auto-esame orante. Senza un’abitudine al discernimento e alla conoscenza di se stessi e di come Dio è presente nella propria vita, non si può ascoltare o parlare attivamente dal cuore.
(Dal documento sulla conversazione spirituale dal sito: synod.va)