ROMA – Il sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo ha risposto in Commissione Esteri al Senato all’interrogazione sugli stanziamenti previsti dal decreto Cura Italia per le misure di tutela e assistenza dei connazionali all’estero presentata dagli esponenti del Pd Francesco Giacobbe, eletto nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide, insieme ad Alessandro Alfieri e Luigi Zanda.
La richiesta riguarda in particolare i criteri che si intendono seguire per la distribuzione territoriale dei fondi aggiuntivi previsti nel decreto – 4 milioni di euro per le misure di assistenza ai cittadini all’estero in condizioni di indigenza o di necessità – e quelli indicati ai terminali diplomatici e consolari circa la concreta utilizzazione di tali risorse; nonché una possibile loro ulteriore integrazione.
Merlo precisa che tali fondi “serviranno in particolare, ad aiutare i connazionali più vulnerabili ad affrontare le conseguenze dell’emergenza Covid” e “verranno erogati secondo regole e procedure già previste dalla disciplina generale sull’ordinamento e le funzioni degli uffici consolari”.
“L’ufficio consolare – ricorda – può concedere sussidi ai cittadini che versano in stato d’indigenza, e, in via eccezionale, erogazioni in denaro con promessa di restituzione, per comprovata urgenza, nel caso vi sia uno stato di occasionale grave necessità non altrimenti fronteggiabile”. “Il Cura Italia amplia, per un periodo di tempo, i margini d’intervento della nostra rete all’estero e introduce la possibilità, fino al 31 luglio 2020, di erogare sussidi anche a cittadini non residenti nella circoscrizione consolare – spiega il Sottosegretario, precisando come ciascun ufficio della rete valuta lo stato di necessità in base a “parametri motivati e trasparenti, anche sulla base del contesto locale, come, ad esempio, il numero dei componenti e il reddito complessivo del nucleo familiare, il costo della vita in loco, la possibilità di accesso ai sistemi di welfare pubblico laddove presenti”.
“L’ammontare del sussidio non può quindi essere predeterminato, ma viene valutato in base alle effettive esigenze dei connazionali e alle caratteristiche e specificità del Paese in cui questi si trovano – prosegue Merlo, rilevando come il Cura Italia abbia introdotto, con la possibilità di erogare sussidi anche a cittadini non residenti nella circoscrizione consolare fino al 31 luglio 2020, “un elemento di flessibilità che contribuisce ad accrescere l’efficacia dell’azione degli uffici consolari”. “Una proroga di tale termine non appare, tuttavia, al momento strettamente necessaria, dato che quello della residenza è un criterio che in realtà può essere superato, seppur in via del tutto straordinaria, già in base alla disciplina sul funzionamento degli uffici consolari – segnala Merlo, ricordando come ciò sia possibile “se il connazionale che ne fa richiesta versa in condizioni evidenti ed effettive d’indigenza, anche sopravvenuta a seguito, ad esempio, della chiusura di attività economiche e commerciali o della perdita d’impiego; e che sia stato accertato che il connazionale non sia in grado di contrarre un prestito con promessa di restituzione né di restituirne l’ammontare, neanche in tempi più estesi rispetto ai tre mesi di norma prescritti”.
Quanto ai criteri per la ripartizione delle dotazioni finanziarie assegnate dal Cura Italia, “non è prevista una suddivisione preordinata tra le diverse Sedi, dal momento che non è possibile conoscere in anticipo le richieste di assistenza economica dei connazionali, né la loro entità – spiega Merlo, sottolineando come “la Farnesina provvederà, quindi, a erogare i finanziamenti sulla base di motivate richieste d’integrazione di bilancio degli Uffici all’estero contenenti informazioni dettagliate relative al numero di connazionali che hanno bisogno di essere assistiti e all’ammontare necessario per poter far fronte alle richieste di assistenza. Ciò al fine di poter allocare al meglio le nuove risorse disponibili”.
Il Sottosegretario segnala anche come con “il diffondersi dell’epidemia da Covid-19, le richieste d’integrazione di bilancio da parte degli Uffici della rete diplomatico-consolare stanno aumentando in maniera notevole”: “negli ultimi due mesi sono pervenute, dalla rete diplomatico-consolare, 27 richieste d’integrazione di bilancio per un ammontare complessivo di circa 500.000 euro, così ripartite: il 28 % dall’Europa, il 25 % dall’Africa, il 20 % dall’America Latina, il 18 % dall’Asia, il 4 % dall’America Settentrionale, come pure il 4 % dall’Oceania – segnala Merlo. Egli ricorda inoltre che “mentre molti connazionali, soprattutto quelli residenti nei Paesi dell’Unione europea, potrebbero continuare ad accedere alle coperture previste dai locali sistemi di welfare, sono numerosi i cittadini italiani che invece hanno all’estero un lavoro sommerso o non hanno registrato la propria presenza presso le autorità locali”. “In questo caso non potrebbero accedere alle misure di sostegno sociale o assistenziale nei Paesi in cui si trovano. La situazione per questo gruppo particolarmente vulnerabile di connazionali potrebbe ulteriormente aggravarsi qualora il prolungamento della crisi non permettesse loro di riprendere a lavorare – rileva il Sottosegretario, rilevando come in tal caso “potrebbe essere opportuna un’ulteriore integrazione dei fondi per l’assistenza, il cui valore tuttavia è al momento difficile da quantificare”.
“Sin dall’inizio dell’emergenza epidemiologica, la Farnesina ha fornito indicazioni operative a tutte le Sedi della rete per assicurare la massima assistenza possibile ai nostri connazionali all’estero in una congiuntura imprevista e del tutto straordinaria. Con le novità introdotte dal Cura Italia, nuove, specifiche istruzioni sono state diramate a tutti gli uffici all’estero sulle modalità di erogazione dei sussidi, e sulla necessità di darne la più ampia diffusione possibile ai connazionali e alle comunità, anche attraverso gli organi di rappresentanza degli italiani all’estero – conclude Merlo.
In sede di replica, Alfieri si dichiara soddisfatto. (Inform/dip 25.5.2020)