Il Giubileo dei migranti

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Foto di gruppo delle comunità cattoliche italiane di Germania a Roma per il Giubileo dei migranti. Foto: Maurizio Longo

Dal 4 al 5 ottobre un gruppo di fedeli delle comunità cattoliche italiane in Germania, accompagnato dal delegato, don Gregorio Milone, ha vissuto a Roma il Giubileo dei migranti e del mondo missionario.

Durante l’omelia della messa in piazza San Pietro papa Leone ha annunciato l’apertura “nella storia della Chiesa” di “un’epoca missionaria nuova”, perché “le frontiere della missione non sono più quelle geografiche, perché la povertà, la sofferenza e il desiderio di una speranza più grande, sono loro a venire verso di noi. Ce lo testimonia la storia di tanti nostri fratelli migranti, il dramma della loro fuga dalla violenza, la sofferenza che li accompagna, la paura di non farcela, il rischio di pericolose traversate lungo le coste del mare, il loro grido di dolore e di disperazione: fratelli e sorelle, quelle barche che sperano di avvistare un porto sicuro in cui fermarsi e quegli occhi carichi di angoscia e speranza che cercano una terra ferma in cui approdare, non possono e non devono trovare la freddezza dell’indifferenza o lo stigma della discriminazione”. Essere missionari dell’annuncio di speranza di Cristo significa „restare“ con accoglienza, compassione e solidarietà: „restare senza rifugiarci nella comodità del nostro individualismo, restare per guardare in faccia coloro che arrivano da terre lontane e martoriate, restare per aprire loro le braccia e il cuore, accoglierli come fratelli, essere per loro una presenza di consolazione e speranza”. Inoltre Leone XIV ha anche che “la presenza di tanti fratelli e sorelle del Sud del mondo dev’essere colta come un’opportunità, per uno scambio che rinnova il volto della Chiesa e suscita un cristianesimo più aperto, più vivo e più dinamico”.

Papa Leone XIV saluta i fedeli italiani venuti dalla Germania. Foto: Maurizio Longo.

 

Prima della celebrazione in piazza san Pietro. In piedi don Gregorio Milone, delegato nazionale MCI Germania, e don Giuseppe Cagnazzo, parroco della comunità cattolica italiana di Villingen. Foto: Maurizio Longo
Suor Milva Caro, referente diocesana per le comunità di altre lingue e riti (diocesi di Rottenburg/Stuttgart), con don Gregorio Milone, delegato MCI in Germania.

Foto di gruppo dei fedeli delle comunità cattoliche italiane in Germania a Roma per il Giubileo dei migranti. Foto: Maurizio Longo.

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Per il Giubileo dei migranti la Fondazione Migrantes (CEI) ha organizzato una mostra su missionarie e missionari italiani nel mondo: Come Ponti sul Mondo – Storie di Vita, Racconti di Missione. La mostra è stata allestita presso la Sala della Quadreria del Complesso Santo Spirito in Sassia (Borgo Santo Spirito, 3 – Roma), l’ingresso è gratuito e sarà visitabile fino al 16 novembre.

Immagine della mostra con in primo piano la missionaria in America del secondo Ottocento, santa Francesca Saverio. Cabrini. Sullo sfondo si riconosce don Gregorio Milone.

Il tema del Giubileo è la speranza – ha ricordato nel suo intervento, mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale di Migrantes –. Essa nutre e sostenta il cammino di chi ha affrontato e affronta oggi la sfida della mobilità umana. Ha guidato nella migrazione anche i nostri connazionali che sono partiti e ha dato la forza ai missionari che sono stati al loro fianco. Li hanno fatti sentire a casa”.

Il progetto è realizzato dalla Fondazione Museo nazionale dell’emigrazione italiana (MEI) e dalla Fondazione Migrantes, in occasione del Giubileo dei migranti e del mondo missionario (4 e 5 ottobre 2025), per ripercorrere la storia e dare voce anche all’attualità delle Missioni cattoliche italiane, volgendo lo sguardo all’intero universo missionario.

Una foto in mostra è quella del Meeting Giovani 2024 a Monaco di Baviera.

In un articolo di Agensir si legge:

„Nella Bolla di indizione del Giubileo, Spes non confundit, Papa Francesco ci invitava a leggere i segni dei tempi per individuare la trama di speranza (a volte molto sottile) sottesa negli eventi per interpretarli, come dice la Gaudium et Spes, alla luce del Vangelo, per rispondere in modo adatto a ogni generazione e trasformarli in segni di speranza.

Infatti, nei numeri 8-15 indicava come impegni concreti: costruire la pace, trasmettere una visione della vita carica di entusiasmo, restituire la speranza a chi vive in condizione di disagio come i detenuti e gli ammalati impegnandoci a includere quanti si trovano in condizioni di fragilità. Si parla ancora di segni di speranza per i giovani che sono “la gioia e la speranza della Chiesa e del mondo”, per i migranti affinché le loro attese non siano vanificate da pregiudizi e chiusure. Segni di speranza meritano gli anziani e i miliardi di poveri che non hanno voce, come anche l’accesso ai beni della terra (acqua e cibo) che sia destinato a tutti“.


Giubileo dei Migranti 2025. Le comunità cattoliche italiane al Giubileo:

 

 

La missione cattolica di Karlsruhe. Foto: Comunità di Karlsruhe.
In piazza San Pietro. Una donna regge il foulard delle comunità cattoliche italiane in Germania. Foto: Gregorio Milone.
L’arcivescovo di Amburgo, Stefan Heße, presidente della Commissione emigrazione della Conferenza episcopale tedesca, con don Gregorio Milone, delegato MCI in Germania. Foto: Maurizio Longo
L’assistente pastorale Alda Gravina a sin. con alcune donne della comunità di Villingen. Foto: Comunità di Villingen.
Mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes, a sin. sullo sfondo, don Waldemar, parroco della missione italiana di Karlsruhe. Foto: Missione di Karlsruhe.

 

Don Gregorio Milone con monsignor Michele Autuoro, vescovo ausiliare di Napoli presidente della Commissione episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese. Foto: Maurizio Longo
Il gruppo dalle comunità cattoliche italiane davanti alla mostra „Come ponti sul mondo“. Foto: Maurizio Longo
Domenica in piazza San Pietro, i migranti da tutto il mondo raccolti per la celebrazione eucaristica con papa Leone XIV. Foto: Maurizio Longo.

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