Il Consiglio sinodale (Synodaler Rat) e il no da Roma

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Piazza San Pietro ©Elpers, DBK, Ad-Limina-Besuch 2022

Dal 9 all’11 marzo si riunirà a Francoforte la quinta e ultima assemblea del Synodaler Weg. Uno dei punti all’ordine del giorno è la costituzione di una commissione sinodale come primo passo verso la creazione di un Consiglio sinodale. Questo Synodaler Rat è da intendersi come proseguimento permanente del Synodaler Weg. Alla costituzione di questo organismo sinodale è contrario il Vaticano.

UDEP – Paola Colombo

La controversia fra Roma e la Dbk è sulla leggitimità di un organo di consultazione, quale sarebbe il Consiglio sinodale, formato da presbiteri, religiosi/e e laici. Il punto cruciale della questione è l’autorità di un Consiglio sinodale in rapporto a quella del singolo vescovo e della conferenza episcopale, come si legge nella lettera della Santa Sede, firmata dal segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, dal prefetto del Dicastero par la dottrina della fede, il cardinale Luis Ladaria, e il prefetto del Dicastero dei vescovi, cardinale Marc Ouellet.

Con questa lettera (16.01) Roma ha risposto a due interrogativi di cinque vescovi tedeschi: „Sono obbligato partecipare al comitato sinodale?“ e „Posso parteciparvi?“. Né la conferenza episcopale tedesca, né il Synodale Weg hanno la competenza di istituire un Consiglio sinodale, è stata la risposta della Santa Sede. Mons. Bätzing, presidente della DBK, ha replicato che il Consiglio sinodale mira a rafforzare l’autorità del vescovo non a indebolirla e che il Synodaler Weg, nel creare questo consiglio, si muoverà nell’ambito del CIC (Codice di diritto canonico).

Un Consiglio sinodale, un cammino controverso

La quarta assemblea sinodale (settembre 2022) aveva approvato, tra gli altri, anche due documenti sulla sinodalità della Chiesa, il testo base „Consultarsi e decidere insieme“ e quello propositivo di azioni „Rafforzare in modo duraturo la sinodalità: un consiglio sinodale per la Chiesa cattolica in Germania“ che prevede in un primo passaggio la creazione di una commissione sinodale con l’obiettivo di istituire in seguito un Consiglio sinodale.

Nella visita ad limina del novembre scorso, l’episcopato tedesco aveva avuto l’occasione di presentare il Synodaler Weg nelle sue motivazioni, nei suoi contenuti e nel suo metodo alla curia romana, in un incontro interdicasteriale (si veda Visita „ad limina“ dell’episcopato tedesco a Roma, un’importante occasione di dialogo – Documenti online | Delegazione-mci). Nella dichiarazione congiunta il Vaticano e la Conferenza episcopale tedesca, pur nella differenza delle posizioni, ribadivano la volontà di tenere aperto il dialogo.

Lo scorso dicembre cinque arcivescovi e vescovi tedeschi, il cardinale Rainer Maria Woelki (Colonia), Stefan Oster (Passau), Rudolf Voderholzer (Regensburg), Gregor Maria Hanke (Eichstätt), Bertram Meier (Augsburg), che rappresentano l’ala conservatrice e sono su posizioni critiche verso il Synodaler Weg fin dall’inizio, si sono rivolti con una lettera alla Santa Sede chiedendo come comportarsi, ovvero se sono obbligati a partecipare alla Commissione sinodale e se sono autorizzati a farlo. Le domande toccano l’autorità del ministero episcopale. Infatti la risposta della Santa Sede ribadisce che:

„Il Consiglio sinodale costituirebbe una nuova struttura direttiva della Chiesa in Germania che sembra porsi sopra l’autorità della Conferenza episcopale tedesca e di fatto sostituirla (…) Desideriamo precisare che né un Synodaler Weg, né un organo da loro istituito, né una conferenza episcopale ha l’autorità di istituire un Consiglio sinodale a livello nazionale, diocesano o parrocchiale“.

Nella sua risposta alla Santa Sede (23.01), previa consultazione con il Consiglio permanente della Conferenza episcopale tedesca, mons. Bätzing, ha espresso la volontà di proseguire precisando:

„Il testo della risoluzione (approvato nella quarta assemblea, n.d.r.) fa riferimento al diritto canonico applicabile. Lì si afferma che le decisioni di questo organismo hanno lo stesso effetto legale delle decisioni dell’Assemblea sinodale. Ciò rende evidente che la preoccupazione espressa nella lettera che un nuovo organismo possa porsi al di sopra della Conferenza episcopale o minare l’autorità dei singoli vescovi è infondata. Il Consiglio sinodale, che sarà preparato dalla Commissione sinodale, opererà quindi nell’ambito del diritto ecclesiastico vigente, in conformità al mandato contenuto nella risoluzione“.

Prosegue poi dicendo che la Dbk non è ancora riuscita a parlare con Roma circa i contenuti e gli obiettivi del Consiglio sinodale, i quali non riguardano principalmente questioni dogmatiche ma come vivere e rafforzare la cultura sinodale nella consultazione e nelle decisioni. Conclude il vescovo G. Bätzing:

„La Santa Sede vede il pericolo di un indebolimento dell’ufficio episcopale – io vivo la consultazione sinodale come un rafforzamento di questo ufficio (…) Nessuno mette in discussione l’autorità dell’episcopato. Il documento di Roma avrà come conseguenza per noi in Germania una riflessione molto più intensa sulle forme e sulle possibilità di consultazione e di decisione sinodale, al fine di sviluppare una cultura della sinodalità“.