“Forse tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi.” Termina così il Vangelo che abbiamo ascoltato sabato 19 settembre 2020 durante l’Eucarestia, celebrata in occasione della memoria di Sant’Emmeran, patrono della nostra comunità. Nonostante il clima surreale provocato dal Covid-19 la nostra era piena di spirito comunitario, ricca di diverse emozioni.
di Carolina Giona
In chiesa, oltre i fedeli che normalmente frequentano la Messa, erano presenti anche i bambini, i cresimandi, con le loro catechiste, che assieme si preparano a ricevere l’Eucaristia e la Cresima rispettivamente il 3 e il 10 ottobre. A loro si sono aggiunti alcuni membri e animatori del Gruppo giovani che da alcune settimane hanno ripreso i soliti incontri settimanali. Il nostro parroco, don Marek, nell’omelia ci ha presentato un padrone, una vigna, dei vignaioli che sono campo di Dio. Tutto si concentra sulla chiamata e sulla successiva risposta. La vita è vocazione, la vocazione è impegno, l’impegno è lavoro. Quest’ultimo viene premiato con una ricompensa, un premio. Il Padrone retribuisce operai di diverse ore con la stessa paga. La sua non è contabilità fatta in base di aritmetica, ma si basa sulla misericordia.
La nostra comunità da diversi anni sperimenta questa misericordia divina. Dio ci cerca, non ci abbandona mai, ci vuole salvati. Lui esce “ogni ora della giornata” per invitarci e dopo ci ricompensa con il suo amore.
Il primo richiamo della sua misericordia
Il primo richiamo della sua misericordia che abbiamo ricordato durante la festa della comunità è la figura di Sant’Emmeran. Un santo antico, ma molto vicino a noi, in quanto migrante. Per annunziare il Vangelo si è trasferito dalla Francia in Baviera (Ratisbona). Emmeran dimostra la misericordia alla figlia del duca, di una corte bavarese, rimasta incinta di un giovane servo dello stesso duca. Emmeran suggerisce alla giovane di dire al padre che è proprio lui, il vescovo, il padre del figlio che deve nascere. Mentre la giovane rivela queste cosa al padre, Emmeran si reca a Roma per spiegare al papa la sua posizione. Lo raggiunge per strada il fratello della giovane e lo uccide. Quando la verità viene a galla, Emmeran è riconosciuto martire. A noi, migranti come lui, insegna di restare fedeli alle radici della propria fede, di badare ai piccoli e ai deboli e di essere misericordiosi.
Il secondo richiamo della sua misericordia
Il secondo richiamo della misericordia di un Dio che ci cerca è la presenza nella nostra chiesa delle reliquie di santa Suor Faustina Kowalska e Giovanni Paolo II, i due santi che hanno diffuso nel mondo il messaggio della misericordia divina. Questo prezioso dono ricevuto nel marzo del 2019 in Polonia dal cardinale Stanisław Dziwisz e dalle Suore della Maria Vergine di Misericordia è stato aggiunto il quadro che raffigura Gesù Misericordioso e i due santi delle nostre reliquie. Il nuovo quadro (olio su tela) è stato dipinto da Rafał Demski, un artista polacco di Danzica, specializzato nella grafica e in dipinti religiosi. Il dipinto si trova da poche settimane nella nostra chiesa. L’abbiamo avuto in dono dalla Comunità Cattolica Polacca di Mainz con la quale da diversi anni condividiamo la nostra chiesa. Dopo l’omelia don Bogusław Ostafin, il parroco della comunità polacca, ha tenuto un breve discorso e ha benedetto il quadro. In tal modo abbiamo completato la preparazione dell’altare-reliquiario della misericordia divina quotidianamente visitato da diversi fedeli di molte nazionalità, tra cui italiani, polacchi, tedeschi, croati, romeni, ungheresi e altri. Alla sua costruzione hanno contribuito i nostri parrocchiani, Giovanni Amenta, Antonio Bonomo e Luigi Picerno.
Il terzo richiamo della sua misericordia
Come terzo richiamo del Signore misericordioso che cerca gli operai per la sua vigna il nostro parroco ci ha ricordato la figura di don Silvano Coldebella, missionario degli italiani di Mainz e dintorni tra il 1991 e il 2016. Don Silvano è andato alla casa del Padre il 20 aprile di questo anno a Castello di Godego in Italia. Aveva 92 anni dei quali 68 vissuti da salesiano e 63 da sacerdote. Per molti di noi era “il nostro parroco”. Si distinse per la sua umiltà e la capacità di percepire i bisogni di tanti nonché di colmarli in modo ingegnoso rispettando la dignità delle persone. Proprio attraverso di lui molti membri di questa comunità hanno sperimentato la bontà di Dio che ora dopo ora esce per le strade a cercare i suoi collaboratori. L’abbiamo ricordato nel giorno della festa della comunità con grande gratitudine e riconoscenza. Abbiamo pregato per la sua felicità eterna e continuiamo a farlo. Come segno di questi nostri sentimenti abbiamo appeso su una delle pareti della Missione un suo ritratto e abbiamo offerto a tutti presenti una sua foto. Prima della benedizione finale, Alfio Amenta, il presidente del Consiglio pastorale, ha dato la sua testimonianza, condividendo coi presenti la sua esperienza di vita e di incontri con don Silvano.
Il quarto richiamo della sua misericordia
Il quarto momento in cui il Padrone buono esce per cercare gli operai per la vigna, come ha sottolineato il nostro parroco, sono il Programma e il Calendario Pastorale dell’anno 2020-2021. Questi tempi segnati da Covid non hanno però soffocato la vitalità della nostra comunità. Vogliamo quindi continuare a realizzare il programma dell’anno scorso sospeso al momento di lockdown. Il Consiglio pastorale ha voluto che il tema “La comunità che condivide” venisse continuato. Come segno visibile di questo desiderio abbiamo pubblicato, dal giorno della festa della comunità, dei documenti che si possono consultare sul sito della Missione www.mcimainz.de
La festa della comunità, molto diversa da come ci siamo abituati a viverla nel passato, ha lasciato un profondo segno nei nostri cuori. Abbiamo potuto renderci conto di come Dio non vuole perderci e continua a cercarci. Ne siamo usciti veramente rafforzati!