- di Paola Colombo
Per qualcuno l’esodo è solo il picco di traffico sulle autostrade quando si va in vacanza, si dice senza malevolenza ma fotografando la realtà di analfabetismo religioso, nella presentazione online di BET.Polo Biblico, l’associazione laica, nata lo scorso novembre a Padova su iniziativa di un gruppo di biblisti e studiosi con lo scopo di studiare gli effetti che la Bibbia ha avuto nella storia, ma anche su di noi uomini e donne contemporanei. Bet è la seconda lettera dell’alfabeto ebraico e significa “in principio” ma anche casa perché l’associazione è aperta alla “collaborazione a tutti coloro che, singolarmente o come associazioni, sono interessati all’approfondimento del reciproco rapporto tra il testo biblico e la vita sociale e culturale”, si legge nello statuto. Quante cose non sappiamo sulla Bibbia, eppure ci si presentano sotto gli occhi, come la famosa lettera scarlatta di E. Allan Poe, quando leggiamo le strisce Peanuts di Charlie Brown o guardiamo i Simpson, pieni di citazioni dalla Bibbia, ci ricorda il politologo Paolo Naso. Molti esempi anche nella musica e non solo „sacra“: durante la settimana santa, BET ha proposto un video podcast ispirato all’opera “Buona Novella” di Fabrizio de André, con un’ introduzione teologia e musicologica. È visibile su youtube.
Codice della cultura occidentale
Giriamo nelle nostre città, e case, chiese, piazze, monumenti, le pinacoteche, ci mostrano i racconti o simboli biblici. Eppure è un sistema di segni che conosciamo molto poco. L’analfabetismo in materia ha dimensioni “bibliche”. La Bibbia è un grande patrimonio culturale che ha fondato la cultura occidentale, la diamo per scontata e non la conosciamo. Certo non è tutta colpa nostra perché “l’esilio” della Bibbia è durato fino al Concilio Vaticano II. Era considerato un libro pericoloso. Brunetto Salvarani: “Fino alla costituzione Dei verbum (1965) in Italia è stato un libro assente ma anche paradossalmente molto presente. Come scrisse William Blake nel 1700 è il grande codice della cultura occidentale, della musica, dell’architettura, pittura. Per questo il problema dell’ignoranza della Bibbia non è un problema solo ecclesiale ma è anche una questione sociale su cui sarebbe importante riflettere e intervenire. Perché è un libro a cui siamo chiamati a confrontarci per capire chi siamo, per capire i segni del nostro territorio, per interpretare il mondo nel quale siamo inseriti”.
La storia degli effetti
BET. PoloBiblico si propone di aiutare a decodificare questo linguaggio. Diversamente da altre associazioni dedicate allo studio della Bibbia, anche per non specialistici, BET intende andare a vedere la storia degli effetti della Bibbia nella società. Marinella Perroni, biblista, membro del comitato promotore: “Significa che non basta una conoscenza degli scritti biblici in sé ma è necessario prendere in esame criticamente l’impatto, la ricaduta che la Bibbia ha avuto e continua ad avere sulla nostra società e sulla nostra cultura in modo diretto o indiretto, esplicito o implicito. La Bibbia è un patrimonio che viene sempre trasmesso però attraverso interpretazioni diverse, a volte persino attraverso manipolazioni. Ecco l’anello mancante, un’alta divulgazione della storia degli effetti che il grande patrimonio biblico continua ad avere sulla nostra società e la nostra cultura”. Un esempio? Durante la settimana santa, BET ha proposto un video podcast ispirato all’opera “Buona Novella” di Fabrizio de André, con un’ introduzione teologia e musicologica. È visibile su youtube.
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Le associazioni bibliche in Italia
Biblia, associazione laica di cultura biblica (Firenze). Fondata da Agnese Cini nel 1984. Attività: seminari, corsi online, per le scuole, viaggi studio.
ABI, associazione biblica italiana, promuove la conoscenza della Sacra Scrittura secondo i criteri indicati nella costituzione del Vaticano II Dei Verbum. Ne fanno parte biblisti, studiosi ma anche interessati senza titoli accademici. Attività: pubblicazioni periodiche, settimane bibliche e convegni.
Esistono inoltre molte associazioni bibliche sul territorio di carattere regionale, promosse a livello locale da parrocchie e diocesi.
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Comunicato stampa.
A Padova, giovedì 30 novembre nella Sala grande del centro universitario è stato presentato Bet. Polo biblico.
BET. Polo Biblico nasce in continuità con l’associazione padovana Bibbia Aperta, con
l’intenzione di valorizzare l’esperienza delle varie associazioni bibliche che in questi ultimi
decenni hanno perseguito una conoscenza sistematica della Bibbia e di arricchirla con altri
campi di ricerca. Alle diverse modalità di riscoperta e diffusione della Bibbia che nel nostro
Paese hanno accompagnato la recezione del Concilio Vaticano II e che hanno privilegiato lo
studio della sua lingua, dei suoi habitat e della enorme ricchezza contenuta nei suoi 73 libri, se ne aggiunge così un’altra che vede il suo epicentro a Padova, ma vuole estendere il suo raggio d’azione anche fuori dal territorio padovano.
BET. Polo biblico intende valorizzare la domanda sui rapporti che intercorrono tra testo biblico, società e cultura, e aprire così una promettente interlocuzione con istituzioni di ricerca e di formazione quali università, scuole, comunità religiose, centri educativi, circuiti culturali più ampi, letterari, artistici, scientifici. Lo scopo è quello di favorire un’attitudine in grado di valutare le ricadute positive e negative del testo biblico sulla formazione della coscienza individuale e collettiva nel corso della storia. Ciò consente una conoscenza critica sempre più approfondita dell’immenso patrimonio veicolato dal testo biblico per l’elaborazione di memoria storica, prospettive per il presente e visioni di futuro.
Il Comitato Promotore
Antonio Autiero, Piero Capelli, Marzia Filipetto, Paolo Naso, Marinella Perroni, Brunetto Salvarani, Isabella Tiveron, Magda Viero, Silvia Zanconato.