Il documento “Fiducia supplicans”(Dicastero per la dottrina della fede) rende possibile la benedizione di coppie irregolari (coppie omosessuali e di divorziati), su fondamento della dimensione dottrinale e pastorale della benedizione. Il 4 gennaio lo stesso Dicastero ha pubblicato un Comunicato stampa per la ricezione di Fiducia supplicans che chiarisce il senso della benedizione facendo anche esempi di come possa svolgersi una benedizione per coppie irregolari. Qui sotto si fa riferimento al testo Fiducia supplicans, al significato della benedizione e del perché le coppie irregolari possano ricevere la benedizione della loro unione.
- Paola Colombo
Ci volle un tedesco per farmi riflettere sulla parola italiana “benedire”. Referente pastorale ora in pensione presso una comunità cattolica italiana, faceva vedere nella parola quello è sotto gli occhi di tutti: benedire ha dentro il “dire bene”. Il “dire bene” mette in luce il buono di qualcosa per farlo accrescere. Questa breve considerazione ci avvia al senso pastorale della benedizione nella Chiesa. “La benedizione offre alle persone un mezzo per accrescere la loro fiducia in Dio. La richiesta di una benedizione esprime ed alimenta l’apertura alla trascendenza, la pietà, la vicinanza a Dio in mille circostanze concrete della vita, e questo non è cosa da poco nel mondo in cui viviamo. È un seme dello Spirito Santo che va curato, non ostacolato”, è quanto si legge nel documento Fiducia supplicans, sul senso pastorale delle benedizioni del Dicastero per la Dottrina della Fede (18.12.2023) firmato dal neo prefetto, Víctor Manuel Card. Fernández.
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Il documento “Fiducia supplicans” rende possibile la benedizione di coppie irregolari (coppie omosessuali e di divorziati), su fondamento della dimensione dottrinale e pastorale della benedizione. Infatti si legge nel testo di sette pagine: “ogni insegnamento della dottrina deve situarsi nell’atteggiamento evangelizzatore che risvegli l’adesione del cuore con la vicinanza, l’amore e la testimonianza”. La dottrina ha il suo fine nell’evangelizzazione, portare a tutti il messaggio salvifico di Gesù.
Le benedizioni non sono sacramenti ma sacramentali e hanno come fine quello di far “cogliere la presenza di Dio in tutte le vicende della vita”. Chi chiede una benedizione per la propria relazione, non conforme alla dottrina cattolica, sta chiedendo aiuto a Dio: “quando si chiede una benedizione, si sta esprimendo una richiesta di aiuto a Dio, una supplica per poter vivere meglio, una fiducia in un Padre che può aiutarci a vivere meglio”. E ancora quella per coppie moosessuali o divorziate è “una benedizione che, benché non inserita in un rito liturgico, unisce la preghiera di intercessione all’invocazione dell’aiuto di Dio di coloro che si rivolgono umilmente a lui. Dio non allontana mai nessuno che si avvicini a lui!”.
Un altro punto importante del documento è che la benedizione di coppie irregolari non è né può essere equiparata a un matrimonio. Il documento traccia una linea netta di demarcazione fra benedizione all’interno del rito del matrimonio, che è un sacramento, dalla benedizione di coppie non conformi alla dottrina della Chiesa che sono “benedizioni non ritualizzate”.
La benedizione di coppie omosessuali non tocca né scalfisce la dottrina del sacramento del matrimonio che si danno gli sposi e che viene sigillato dalla benedizione della Chiesa. Su questo Fiducia supplicans è chiaro e inequivocabile. La conferenza episcopale tedesca (Dbk) ha salutato il documento molto positivamente e il presidente Georg Bätzing ha detto di essere “grato per la prospettiva pastorale che accoglie”, sottolineando inoltre sia “la fedeltà incrollabile di fronte alla dottrina della Chiesa” sia “i requisiti pastorali di una prassi ecclesiale, che vuole essere vicino alle persone.”
Fiducia supplicans risponde superandolo il precendente documento Responsum ad dubium (22 febbraio 2022) del Dicastero per la dottrina della fede. In esso l’ex prefetto Ladaria scriveva che la “Chiesa può impartire benedizioni solo a quelle realtà che sono ordinate a servire i disegni di Dio, E che per quanto le relazioni omosessuali abbiano elementi ‘positivi’ da ‘apprezzare e valorizzare’ ciò non le rende “legittimamente oggetto di una benedizione ecclesiale, poiché tali elementi si trovano al servizio di una unione non ordinata al disegno del Creatore”.
Con l’attuale dichiarazione papa Francesco sposta la prassi pastorale dalla “fissità di alcuni schemi dottrinali o disciplinari” alla misericordia, all’evangelizzazione e all’apertura ad accogliere la grazia di Dio: “Papa Francesco ci ha sollecitato a contemplare, con atteggiamento di fede e paterna misericordia, il fatto che «quando si chiede una benedizione, si sta esprimendo una richiesta di aiuto a Dio, una supplica per poter vivere meglio, una fiducia in un Padre che può aiutarci a vivere meglio»”.
I detrattori di Francesco hanno duramente criticato Fiducia supplicans: un pasticcio, un papocchio. Ma il documento uscito dal Dicastero per la dottrina della Chiesa è il risultato di discernimento, riflessione, valutazione pastorale e teologica, non certo di improvvisazione o di cedimento alla moda dei tempi. Ci possono certamente essere resistenze al testo pregiudiziali o dovute a non conoscenza, a ignoranza. Leggiamolo, è un testo accessibile e comprensibile a tutti Da tempo il tema delle benedizioni a coppie non conformi è discusso in molte chiese locali: il sinodo tedesco aveva formulato uno scritto approvato a maggioranza anche dei vescovi. Con Fiducia supplicans quello che finora era tollerato dalla Chiesa, dalle diocesi, una benedizione su iniziativa del presbitero diventa ora prassi ancorata teologicamente. Oltre al tema delle benedizioni si osserva che anche in Italia, dove abbiamo una solida e fondata teologia, sono molti i contributi, le pubblicazioni che affrontano il tema dell’amore omosessuale; uno fra tutti “L’amore possibile” di Aristide Fumagalli. Le coppie omosessuali cattoliche si sentiranno ora più accolte dalla loro Chiesa grazie alla possibilità di far benedire la loro relazione, fondata su amore e generativa di bene anche per gli altri non solo per sé.