10 anni di mandato, un bilancio, un augurio

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Padre Tobia con il vescovo di Mainz, Peter Kohlgraf, e parrocchiani di Groß-Gerau

– Angela Saieva – Padre Tobia Bassanelli, a breve scade il suo mandato di Delegato delle MCI in Germania e Scandinavia, com’è stato guidare le Missioni in questi anni?

Mi è piaciuto, soprattutto i primi anni, è stato un sano divertimento, perché era un qualcosa di nuovo. Ho trovato un ottimo consiglio di Delegazione e collaboratori in Delegazione, molto pratici, per cui tante cose le facevano loro e non dovevo occuparmene io, quindi mi sono concentrato soprattutto sulla gestione degli esercizi spirituali, dei Convegni Nazionali, degli incontri del consiglio di Delegazione. Sulla formazione abbiamo puntato molto. Ogni mese scrivo una circolare che si può leggere anche sul sito della Delegazione e lì si trovano tutte le informazioni utili, i cammini, le iniziative in corso e quelle fatte. Fin dall’inizio mi ero proposto due cose: la prima è stata dare maggiore spazio ai laici e la Chiesa sta aprendo finalmente anche le porte del “potere” gestionale, amministrativo, e tanto altro, ai laici e alle laiche. Per i ministeri ordinati alle donne ancora c’è tempo, però la Chiesa sta facendo questo cammino, un cammino sinodale. Cioè, la Chiesa è tutti noi, non tu di più, io di meno, siamo tutti coinvolti secondo le specifiche competenze eucaristiche. Avevo puntato su un ulteriore coinvolgimento dei laici e sono stati introdotti e la loro presenza è stata ampliata nel consiglio di Delegazione. L’altro punto che mi ero proposto di sostenere e incentivare è stata l’informazione, perché è un modo di creare famiglia, connessione, di dialogare. Ed è stato rilanciato il sito della Delegazione con l’ufficio UDEP. Precedentemente era stato già aggiornato quello del Corriere d’Italia che non è quindi solo un mensile cartaceo ma anche un giornale online periodicamente aggiornato e dove, magari gli articoli che troviamo in sintesi sul cartaceo per motivi di spazio, li possiamo trovare completi sul sito. Sono due realtà abbastanza diverse, la pagina web della Delegazione e quella del Corriere d’Italia, però entrambe sono importanti e attraverso le quali facciamo informazione, anzitutto all’interno delle nostre comunità. Evidentemente siamo però Chiesa. Noi facciamo parte della Chiesa cattolica “in Germania” e le nostre comunità sono momenti di vita ecclesiale, dove si parla l’italiano, come in altre parlano croato, nelle parrocchie tedesche si parla in tedesco e così via. Ecco, però questa diversità e pluralismo è ciò che rende la Chiesa “nostra” cattolica, universale, chiamata a diventare una “casa” per tutte le lingue, per tutte le persone e noi, nelle nostre comunità, cerchiamo di fare in modo che gli italiani si trovino bene e possano pregare secondo le loro tradizioni.

Padre Tobia Bassanelli e Angela Saieva. Foto di ©SDA Foto/Video

Cosa si porterà del suo mandato di positivo e, se c’è un qualche sassolino che vorrebbe togliersi dalle scarpe?

Ma, adesso, vista l’età sento anche un po’ la fatica. Sono dieci anni adesso. A fine marzo doveva scadere il mio mandato ma ho prolungato di altri tre mesi. L’ho fatto però volentieri. Sono grato a tutti coloro sono stati vicini e che hanno “valorizzato e utilizzato” le iniziative della Delegazione, perché quest’organismo della Conferenza Episcopale tedesca è al servizio di tutte le comunità intesa quella italiana. L’unico dispiacere invece è, che non sono sempre riuscito a coinvolgere tutti. Mi sarebbe piaciuto vedere in tante cose interessanti e belle, più partecipazione, sia negli esercizi spirituali sia nei Convegni nazionali. Una volta, quando sono arrivato, erano anche centocinquanta le “presenze” in questi Convegni, e ne facciamo solo uno all’anno! È chiaro adesso che tante Missioni sono state chiuse e via dicendo, però siamo ancora un centinaio di “quadri” pastorali, tra suore, sacerdoti, laici assunti a metà come a tempo pieno per lavorare, per queste comunità di lingua italiana. Ecco, non tutti sentono l’importanza di questo collegamento, come pure incontrarsi anche nei Convegni di zona. Avranno i loro motivi, forse mancanza di tempo non so, ma se c’è un augurio che posso fare al mio successore, don Gregorio Milone, è quello che riesca a coinvolgere veramente tutti, perché fa piacere incontrarsi e tirare tutti nella stessa direzione.


Costruttori di umanità

– di padre Tobia Bassanelli, Delegato ed editore del Corriere d’Italia –

A fine mese termina il mio mandato di Delegato della Conferenza Episcopale Tedesca per i cattolici italiani in Germania. Il 30 giugno 2022 si conclude quindi anche il mio incarico di editore del Corriere d’Italia, la cui proprietà è passata il primo gennaio del 1998 dall’associazione EPI e.V. alla Delegazione. In ambedue le competenze mi succede don Gregorio Milone, attuale missionario a Limburg/Wezlar, a cui vanno le mie più vive congratulazioni per la sua disponibilità a questo duplice incarico ed i più cari auguri.

Ho dedicato a questa testata gran parte del mio tempo e del mio impegno giornalistico qui in Germania, prima come vice di p. Corrado Mosna e di don Giovanni Ferro (1975-1992), poi come direttore del settimanale negli anni 1992-1988, e quindi dal 2012 come editore dell’attuale mensile.

Lontana da me l’idea di fare ora un bilancio. Se necessario, meglio venga fatto da un estraneo, per esempio un attento lettore che ci segue da tempo. E neppure desidero dilungarmi su riflessioni di commiato, spesso noiose, scontate, e che forse ai più neanche interessano. Anche perché in genere, più che l’editore interessa ai lettori chi lo dirige e chi vi scrive in modo regolare, per una rubrica o su specifici temi.

Solo pochi fatti

In relazione a questo decennio di editore, mi limito a due constatazioni. Con le dimissioni del precedente direttore (maggio del 2014) ho passato la direzione del Corriere d’Italia – per la prima volta nella storia della testata – ad una donna, a Licia Linardi, già redattrice stabile, a cui da due anni avevo affidato l’edizione online.

Con la riattivazione nel 2020 delle originarie attività dell’Udep, dopo oltre due decenni di letargo, è stata assunta per questo importante Ufficio una donna – pure una Premiere – la giornalista professionista Paola Colombo-Beck: è la vice del CdI, cura le pagine sulla chiesa, l’homepage della Delegazione e l’edizione di tutte le altre pubblicazioni.

Il passaggio della piena responsabilità dell’informazione alla sensibilità femminile in una istituzione ecclesiale tipicamente maschile – come quella delle Delegazioni e degli “Sprecher” delle Comunità d’altra madre lingua in Germania – è sicuramente a mio modo di vedere un significativo passo in avanti.

Del resto rientrava nel mio progetto quando ho accettato questa carica. “Una cosa mi è già chiara – scrivevo nella mia prima circolare ai colleghi e alle Comunità il 7.05.2012, rimandando al Convegno Nazionale di settembre la presentazione di un piano pastorale più dettagliato -. Abbiamo bisogno di più comunicazione e di più spazio ai laici”.

Nella mia prima relazione a detto Convegno, accennando all’ignoranza (assenza di conoscenze corrette) come a una delle nuove povertà in cui bisognava operare, spiegavo anche perché fin dal 1951 le Missioni si erano dotate di “un proprio strumento per dare informazioni corrette e visioni oneste della realtà. Come diceva Gesù, solo la verità – la conoscenza autentica e completa – rende liberi, perché permette scelte adeguate, sagge, che aiutano”.

È la linea perseguitata da sempre dalla redazione, oggi tanto più necessaria perché la fake news (notizia falsa) non è più solo un incidente di lavoro, come succedeva in genere nel passato, ma l’arma usata di proposito per disorientare e condizionare la vita delle persone, la politica, l’economia, i rapporti tra i popoli, perfino nelle guerre, come quella terrificante in corso dell’aggressione militare russa all’Ucraina.

La persona per crescere ha bisogno di verità. Solo una informazione corretta la può aiutare veramente nelle sue scelte. Ci sentiamo a servizio delle persone, costruttori di umanità. Ci ispiriamo ai valori cristiani, sia pure con un linguaggio laico, perché questi valori mettono al centro la persona, la sua dignità, la solidarietà, l’accoglienza, la scelta della pace e della giustizia come criteri di vita e di futuro per tutti, il servizio agli altri.

I nostri ambiti più importanti di intervento sono noti: la vita degli italiani in Germania, certamente molto cambiata rispetto ai primi decenni della testata, più inserita nelle realtà locali, ma sempre con nuovi flussi dall’Italia che esigono adeguata attenzione; i rapporti italo-tedeschi, con le rispettive politiche sociali e culturali; l’Europa ed il suo cammino di integrazione, spesso difficile, migliorabile, ma senza alternativa; la mobilità umana, con tutte le connesse tematiche migratorie, quelle delle minoranze, della diversità, della società multiculturale.

I tempi sono cambiati e sempre in evoluzione

È cresciuta enormemente la collettività virtuale, alla quale il Corriere d’Italia non poteva essere estraneo. Vi ha ampliato in effetti la propria presenza, non più limitata a Internet e Facebook, ma da pochi mesi estesa anche ad altri social media, come a Instagram, Twitter, Youtube, grazie alla collaborazione di un esperto del settore. Il che costringe i collaboratori ad essere ancora più attenti alle esigenze della popolazione virtuale, molto più giovane e fluida.

I recenti vistosi aumenti per la stampa e la spedizione, senza nuovi introiti metteranno a rischio nei prossimi anni l’edizione cartacea della testata, che nel passato si è salvata passando da settimanale a mensile. In vista di un simile evento è stata aggiornata ed ampliata la presenza sul web e nei social media, come detto sopra. È stato elaborato inoltre un progetto di digitalizzazione di tutte le annate, ormai completo, che dovrebbe andare in porto nei prossimi mesi, appena definiti alcuni aspetti tecnici. Io appartengo a una generazione che ha fatto il suo tempo, non solo per l’anagrafe. Ma non la redazione. Non il sogno che coltivo da sempre, quello di un mondo migliore, più umano, per il quale ho cercato di investire le mie energie giornalistiche, pastorali, umane. È il sogno che lascio alle nuove generazioni, perché siano più brave nel concretizzarlo, grato a tutte le persone che hanno dato una mano, nella speranza che continuino con rinnovato impegno.

In attesa dell’udienza da papa Francesco in occasione del Convegno europeo Migrantes (nov.2021) padre Tobia, come delegato uscente, è invitato a parlare della sua esperienza. Di fronte si vedono il vescovo ausiliare di Bruxelles-Malines, Jean Kockerols e monsignor Gian Carlo Perego, presidente della Migrantes e arcivescovo di Ferrara-Comacchio. Foto: ©PCB

Dalla Val Seriana, per Bologna e Roma fino a Groß-Gerau

– Paola Colombo –

“Quando mi chiedevano che cosa volevo fare da grande, rispondevo: il parroco”, così padre Tobia Bassanelli, Delegato uscente delle MCI, dopo due mandati. A lui subentrerà a partire dal 1° luglio, don Gregorio Milone, già parroco della comunità di Limburg-Wetzlar.

Padre Tobia è nato nel 1943 a Premolo, paesino della val Seriana, in provincia di Bergamo, da genitori operai e secondogenito di sette fra fratelli e sorelle. Il parroco che aveva capito il suo desiderio, dopo le elementari lo porta nella scuola apostolica dei dehoniani ad Albino, non lontano da casa. L’ingresso presso i dehoniani è stato fortuito, dice padre Tobia. Ad Albino frequenta le scuole medie, con lui erano entrano una settantina di ragazzi, alla fine una decina diventeranno sacerdoti. Seguono due anni di ginnasio, un anno di noviziato e lo studio della filosofia presso i dehoniani di Monza. “Ad Albino ho conosciuto due confratelli con cui sono ancora amico e in ottimi rapporti, il biblista Fernando Armellini e padre Giulio, parroco di Albino”.

Con una punta di soddisfazione padre Tobia ricorda: “Sono riuscito a introdurre i calzoncini per giocare a pallone nella comunità, ma che lotte. Ero allenatore e ce l’ho fatta. Era prima della fine del Concilio vaticano II, c’erano già molte aperture. Però la Messa, l’ho imparata in latino”. Dopo un anno come prefetto a Trento, assistente e insegnante a scuola, seguono “cinque anni di teologia a Bologna, dove sono stato ordinato sacerdote nel 1969. A Bologna ho fatto esperienza con altri due confratelli, di abitare in un condominio per essere realmente vicini alla gente e ai suoi problemi. Dopo un anno ci hanno revocato il permesso e allora sono andato a Roma per studiare teologia spirituale”. Negli anni a Bologna, padre Bassanelli inizia a collaborare su alcune riviste dehoniane, fra cui “il Regno”, testata che vivrà un momento di crisi nel 1971, quando il provinciale fu costretto a licenziare la redazione. Direttore era padre Alfio Filippi. A Roma frequenta la Pontificia facoltà teologica Teresianum.

Lo studio approfondito della Lettera ai Romani di Paolo segna profondamente la sua fede, una fede operosa, che agisce. Va a stare vicino alla parrocchia Sacro Cuore di Cristo Re, in viale Mazzini, vicino alla sede della Rai. “Lì ho incontrato la figlia e la moglie di Moro, che erano parrocchiani. La figlia di Moro aveva un campeggio scout e una volta ho accompagnato gli scout in campeggio”. Erano gli anni ’74 e ’75, intanto in Germania padre Corrado Mosna (recentemente scomparso), appena giunto a Groß-Gerau, viene nominato direttore del Corriere d’Italia. “Lo conoscevo perché avevo collaborato con lui per le riviste, lui mi conosceva e deve aver fatto lui il mio nome al Delegato di allora, monsignor Giuseppe Clara. Mentre quindi ero a Roma a preparare la tesi è venuto il mio provinciale a dirmi che c’era bisogno in Germania. Desideravo però finire la tesi. Più avanti è tornato alla carica il Delegato, monsignor Giuseppe Clara, che mi ha convinto che avrei potuto finire gli studi anche dalla Germania. Sono andato a vedere e sono ancora qua”.

In Germania, a Groß-Gerau, padre Tobia si è trovato subito bene, fra la gente, i suoi parrocchiani dal 1975, e come collaboratore del Corriere d’Italia per ventitré anni. “Così sono rimasto ancora nel giro del dibattito, nel confronto, nel dialogo dei temi della chiesa oltreché di quelli della realtà sociale degli italiani.” In redazione del Corriere d’Italia andava tutti i giorni anche per poche ore e “mi ricordo che prendevo un sacco di multe per eccesso di velocità”. Diventa direttore nel 1992 fino al 1998. Come delegato di zona centro con Pio Visentin delegato, comincia i lunedì di Pentecoste, ossia gli incontri con i movimenti spirituali, e anche i corsi di teologia della zona centro con Teresa Sepe. Nel 2012 padre Tobia Bassanelli diventa Delegato delle Mci in Germania. Il vice delegato, monsignor Luciano Donatelli, suggerisce infatti il nome di padre Tobia Bassanelli come nuovo delegato, “Si sono orientati su di me come nuovo delegato e hanno portato il mio nome a Roma. Dopo cinque anni siamo stati riconfermati”, fino al 2022. Lentamente padre Tobia si ritirerà fra qualche mese dalle funzioni di parroco di Groß-Gerau, non appena arriverà il nuovo sacerdote: “Resterò come aiutante. Se sto bene e sono autosufficiente penso per ora di restare in Germania”. Allora auguri da tutta la redazione del Corriere d’Italia e grazie. Magari ritroveremo padre Tobia fra le firme del Corriere.